Web: l’Europa vuole ‘aprire’ la scatola del VoIP

Pubblicato il 23 Febbraio 2009 - 18:35| Aggiornato il 24 Febbraio 2009 OLTRE 6 MESI FA

Chi pensa che chiamare con un sistema VoIP (Voice Over Internet Protocol), tra cui il popolarissimo Skype, rende indenni dalle intercettazioni, non ha fatto i conti con l’Unione Europea. Che, attraverso Eurojust, l’agenzia comunitaria che ha il compito di realizzare politiche comuni in tema di criminalità organizzata e cybercrime, ha in cantiere un’indagine che punta a risolvere il problema. L’impossibilità di ascoltare le conversazioni di sospetti e indagati che utilizzano questi software ha messo in crisi decine di indagini penali.

Il provvedimento fa seguito alle richieste della nostra Direzione nazionale antimafia, che venerdì scorso aveva invitato le autorità competenti, nazionali e comunitarie, a trovare soluzioni per tracciare anche le comunicazioni vocali sul web.  Motivo: la scoperta che molti boss mafiosi avevano preso l’abitudine di parlarsi con Skype, il software leader della telefonia web, un sistema basato su un algoritmo segreto di criptazione, al momento non intercettabile. Chi utilizza il programma chiamando gratis in tutto il mondo dovrà sbrigarsi a fare le telefonate più importanti.

Occorrerà fare in fretta anche nella scorta di indirizzi web: entro due anni arriverà infatti a saturazione il numero dei quattro miliardi di indirizzi tuttora disponibili, la soglia teorica che il sistema Ipv4, attivo dal 1981, è in grado di gestire. Unica salvezza, il passaggio alla nuova piattaforma Ipv6. Il percorso è difficile, perchè l’Ipv6 risolverebbe il problema, ma al momento non produce nuove entrate per gli Isp. Che dunque non hanno alcun interesse, per ora, a farlo decollare. Passare all’Ipv6 è però necessario e urgente, per evitare un ‘assalto’ all’arma bianca – con tanto di speculazioni – agli ultimi spazi ‘virtuali’ disponibili, prima della messa in funzione della nuova piattaforma.

fm