Ristoratore multato: mezzo milione perché comprò troppa farina. Chi ha ragione?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Dicembre 2013 - 13:09 OLTRE 6 MESI FA
Ristoratore multato: mezzo milione perché comprò troppa farina. Chi ha ragione?

Ristoratore multato: mezzo milione perché comprò troppa farina. Chi ha ragione?

PADOVA –  Mauro Furlan, 50 anni, da trenta ristoratore, si è ribellato citando in giudizio e chiedendo un milione di danni a l’Agenzia delle Entrate che gli aveva contestato un reddito superiore di 500mila euro rispetto a quello dichiarato.

L’imprenditore non ci sta a passare per un evasore. Alessandro Gonzato su Libero scrive come il verbale era stato notificato a Furlan nonostante i bilanci fossero in attivo, la contabilità in perfetto ordine e in linea, da sempre, con gli studi di settore. Sennonché il ristoratore, titolare dei locali “Al Pioniere” a Borgoricco, nel Padovano, e “Kali – spera” a Dolo, in provincia di Venezia, avrebbe commesso l’imperdonabile errore – secondo gli accertatori – di aver comprato molta più farina dell’anno prima. Più farina, più pizze – cento in più al giorno, stando ai calcoli degli 007 del Fisco – maggiori guadagni. Furlan, dunque, avrebbe evaso le tasse per mezzo milione di euro.

“Ho provato a spiegare – racconta Furlan a Libero –, nella memoria difensiva, che quella farina mi serviva anche per fare il pane, le bruschette e le schiacciate, e che se volevano davvero avere un dato reale per calcolare il numero di pizze sfornate in un anno, al limite avrebbero dovuto basarsi sulla mozzarella acquistata e dividere il peso per i grammi che vengono messi su ogni pizza. In quel modo avrebbero potuto calcolare con precisione i prodotti che avevo dichiarato. Ma non c’è stato niente da fare. La mia memoria difensiva non è stata tenuta in considerazione. Non c’è stato contraddittorio. É una cosa gravissima”.

A quel punto Furlan ha presentato ricorso al tribunale civile di Padova, che lo ha ritenuto ammissibile. Il caso potrebbe fare giurisprudenza. È la prima volta, in Italia, che gli accertatori fiscali vengono chiamati a rispondere in sede civile del loro operato.

Blitz Quotidiano vi chiede: ha ragione il ristoratore o l’Agenzia delle Entrate?

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