Bonolis accusa e Moratti ci mette il carico: Complotto anti Inter, aiuti a Milan

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Aprile 2013 - 18:16| Aggiornato il 24 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Un complotto vero e proprio. Una strategia pianificata nei minimi dettagli per “favorire” il Milan facendolo arrivare in zona Champions League ai danni dell’Inter. Lo teorizza e lo denuncia Paolo Bonolis, tifoso interista ma soprattutto personaggio pubblico. Lo denuncia sapendo che farà il massimo del rumore possibile visto che le sue parole seguono di neppure 24 quelle del presidente dell’Inter Massimo Moratti che ha appena dichiarato di “non credere alla buona fede degli arbitri”.

Ma le parole di Bonolis, a leggerle, sono ancora più aspre di quelle di Moratti. Perché si va oltre la generica denuncia. Bonolis, infatti, tra le righe identifica e denuncia quello che a suo giudizio è il “mandante” degli arbitri. Lo identifica nel Milan che, non a caso, replica quasi immediatamente parlando di “dichiarazioni di eccezionale gravità e prive di fondamento”.

Bonolis, però, trova proprio in Moratti un alleato. Perché la notte non porta consiglio al presidente dell’Inter che, lunedì pomeriggio, ripete più o meno tali e quali le accuse del giorno precedente: ‘‘Non ho cambiato idea. Quando c’è la volontà di colpire, si colpisce”. 

Ma cosa ha detto il conduttore televisivo? Parlando ad Inter Channel dopo la sconfitta 3-4 subita con l’Atalanta (sconfitta in cui è decisivo un rigore inesistente concesso ai bergamaschi Bonolis spiega:   ”Io, se fossi il presidente Moratti, manderei in campo la Primavera”

Quindi il conduttore ripete le stesse accuse fatte dal presidente Moratti:    ”Non puoi più credere nella buona fede degli arbitri, è  tutta una commedia. E’ talmente plateale che ormai devi proprio chiudere gli occhi per non vedere che dei rigori grossissimi ci vengono negati e altri inesistenti ci vengono dati contro. Questo ti immalinconisce”.

Segue l’accusa al Milan: ” ”Il pretesto ormai è chiaro, ci deve essere una sceneggiatura scritta che prevede un finale, quello del Milan che ha fatto investimenti e che vuole essere portato in Champions League. E’ una commedia. E’ palese. Sono decisioni che sono sicuramente prese a tavolino. Quando l’Inter sarà completamente disinnescata i rigori ce li daranno”.

La replica di Abete. A Massimo Moratti replica il presidente della Figc Giancarlo Abete: “Moratti non crede alla buona fede? Dovrebbe crederci tranquillamente anche lui”. Secondo Abete ”l’errore dell’arbitro c’e’ e ci puo’ essere, come quello di calciatori della nazionale. Come l’errore di fronte alla porta di un calciatore di qualita”, la conclusione, riferita a Ranocchia.

”L’Inter ha vissuto una situazione negativa collegata a un rigore concesso che non doveva essere concesso ma la buona fede c’e’ da parte del mondo arbitrale”, ha aggiunto Abete. ”La critica ci sta tutta – ha aggiunto Abete in merito alle dichiarazioni del patron dell’Inter -, ma non e’ un problema collegato alla buona o cattiva fede. Mi sembra  che anche il presidente Moratti in un’intervista di tempo fa rappresentava, in merito alle problematiche di alcune decisioni arbitrali, la critica in merito a queste decisioni ma non le collegava a nessuna fattispecie che non sussiste. Ci sono degli errori, alcune volte accadono in momenti complessi della vita di una squadra, parliamo di un rigore che ha portato l’Atalanta a ridurre lo svantaggio dal 3-1 al 3-2 con tutta una evoluzione successiva della partita. Questi errori dispiacciono in primis al mondo arbitrale e alla federazione”.

”Come si è visto nei quarti di finale di Europa League – ha rilevato il presidente Figc a margine della a margine della presentazione del Premio ‘Enzo Bearzot’ – la Lazio ne sa qualcosa, l’errore da parte dell’arbitro c’è e ci può essere, come può esserci l’errore di un giocatore di qualita’ della Nazionale, di fronte alla porta”.    Sulla possibilita’ di un deferimento del presidente nerazzurro a seguito delle esternazioni di ieri, Abete non si sbilancia: ”Questa e’ una valutazione che sara’ fatta da chi di competenza, pero’ dobbiamo distinguere il giudizio dalla qualita’ delle persone e il clima. Le posizioni possono essere piu’ o meno condivisibili e possono essere oggetto di sanzione o meno. ”L’importante e’ che al di la’ delle amarezze legittime, ci sia la convinzione che non c’e’ alcun motivo di non avere il massimo rispetto per tutte le squadre”, ha concluso il presidente Figc.