Calcio scommesse, Palazzi insegue Pepe e Bonucci: impugnati i proscioglimenti

Pubblicato il 14 Agosto 2012 - 00:51 OLTRE 6 MESI FA
Simone Pepe e Leonardo Bonucci (foto Lapresse)

CREMONA – Stefano Palazzi non crede all’innocenza di Simone Pepe, Leonardo Bonucci, Marco Di Vaio e gli altri personaggi prosciolti nell’ambito dell’inchiesta sul calcio scommesse. Il procuratore federale della Figc ha infatti deciso di impugnare le sentenze di assoluzione disposte della Commissione Disciplinare il 9 agosto.

Tutti i nomi tirati in ballo dal pentito Andrea Masiello per la presunta tentata combine di Udinese-Bari del 2010 torneranno davanti alla Corte di Giustizia federale: non solo Bonucci e Pepe, ma anche il torinese Salvatore Masiello, il senese Nicola Belmonte, e l’Udinese chiamata a rispondere nuovamente per responsabilità oggettiva per l’ex Pepe.

Il procuratore federale, Stefano Palazzi, quindi crede in Masiello (Andrea) al punto da impugnare anche le sentenze di proscioglimento del granata Giuseppe Vives per il derby Bari-Lecce, ma anche quella dell’ex bolognese Marco Di Vaio e la derubricazione da illecito a omessa denuncia del difensore bolognese Daniele Portanova (torna a rischiare la penalizzazione il club emiliano) nella presunta combine di Bologna-Bari.

Dei sette prosciolti in primo grado, l’unico a cavarsela sembrerebbe il portiere della Samp Daniele Padelli.

La Procura dovrà preparare anche le repliche alle memorie presentate oggi dai legali dei condannati in primo grado. Tra questi, il più famoso è il tecnico della Juventus, Antonio Conte, che anche grazie all’ingresso dell’avvocato Giulia Bongiorno nel suo collegio difensivo (oltre ad Antonio De Rensis e Luigi Chiappero) spera quantomeno di ridurre i 10 mesi di stop che gli ha inflitto la Disciplinare.

Spera anche il suo vice, Angelo Alessio (fermato 8 mesi) e tifosi e dirigenti di Lecce e Grosseto, estromessi dalla Serie B e collocati un campionato di categoria inferiore dal Consiglio federale (di fatto la retrocessione in Lega Pro) per le inibizioni di 5 anni dell’ex presidente salentino Pierandrea Semeraro e del patron grossetano, Piero Camilli.