Calciomercato, febbre Inter-Milan: dopo il buio, luci a S.Siro

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Luglio 2015 - 14:44 OLTRE 6 MESI FA
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Berlusconi nella foto LaPresse

MILANO – La Juve e’ avvisata, biscione e diavolo sono tornati. Nell’estate dell’Expo, rinascita meneghina con nove milioni di ingressi in due mesi dopo scandali e ritardi, anche il pallone sembra riprendere a rotolare nella direzione giusta. E le luci a San Siro torneranno a riaccendersi per nottate di passione e di gol, almeno in ambito italiano. Per l’Europa (e la Champions ‘imperativo categorico’, come ha auspicato Berlusconi) bisognera’ aspettare almeno un anno. Anche perche’ incombe la necessita’ di un ambito internazionale reclamato da padroni presenti o futuri.

All’Inter l’imprenditore indonesiano Thohir , spronato dal telefono-amico di Mancini, ha riposto la cautela cominciando a investire cifre significative per rifondare difesa e centrocampo dopo la travagliata gestione Mazzarri. Al Milan Berlusconi ha inserito tanti soldi freschi per rinforzare le squadre e rispondere alle esigenze del partner thailandese Bee Taechaubol a cui cedera’ poco meno della meta’ del club. E poi c’e’ il paradosso che le due squadre, ambiziosamente rivali ed espressione storica del miglior made in Italy che strizza ormai l’occhio all’estremo oriente, sono guidati da due ex campioni molto amici, Mancini e Mihajlovic, accoppiata vincente alla Lazio e all’INter da giocatori e soprattutto da tecnici negli anni postcalciopoli e pre-Mourinho. Tanto amici e tanto diversi: aplomb britannico (raffinato vincendo anche col City) per il tecnico jesino che, nel solco tracciato da Capello, pretende campioni dai club per provare a vincere. Graffiante e istrionico, Mihajlovic sembra avere temperato impuntature e provocazioni senza perdere in incisivita’. Ma, a differenza di Mancini, deve ancora portare a compimento i suoi progetti dopo il buon preludio con Catania e Sampdoria. E stavolta Berlusconi non intende pazientare dopo le scommesse perse con Seedorf e Inzaghi. Dopo gli imbarazzanti dinieghi di Ancelotti, Ibrahimovic e Martinez il Milan ha messo nel piatto cifre importanti per Bertolacci e una star internazionale come Bacca (poi e’ arrivato anche Luiz Adriano). C’e’ il progetto di portare a centrocampo El Shaarawy (alla Di Maria), di svenarsi per catturare ancora Ibra, di arrivare a un forte centrale (ma la strada per Romagnoli non e’ in discesa). Insomma, carte in regola per ripartire in quarta.

L’Inter e’ un passo avanti sia perche’ Mancini il suo lavoro l’ha cominciato da tempo, ha capito gli errori, puo’ contare su Handanovic e i gol di Icardi e la classe di Palacio. Ha raso al suolo la difesa inserendo navigati e gettonati centrali come Miranda e Murillo, dal Barca e’ arrivato Montoya, a centrocampo il colpo piu’ grosso del mercato (con Dybala alla Juve) il talentuoso francese Kongogbia, strappato al Milan e pagato quasi 40 milioni. Un top player che potrebbe segnare il futuro dell’Inter. Lavori in corso ancora a centrocampo (Melo o Suarez) e in rifinitura (Jovetic, Cuadrado o Salah, su cui pero’ c’e’ la diffida della Fiorentina). La missione dei due club e’ riprendersi la propria fetta di storia, cambiare verso a un passato prossimo da arrossire: l’ottavo posto dell’Inter e il decimo del Milan a fine torneo, a -32 e -35 dalla Juve, e’ un baratro da incubo che le tifoserie vogliono cancellare, ancora peggio del quinto e ottavo posto del 2014.

Per capire l’onta basta ricordare che il calcio milanese senza podio (a quattro anni dall’ultima accoppiata Milan-Inter dopo il quinquennio nerazzurro) e’ un evento capitato quattro volte nel dopoguerra: a parte le ultime due stagioni c’erano stati i flop certo non umilianti del 1995 (quarto Milan e sesta Inter) e del 2001 (quinta Inter e sesto Milan). Il vecchio adagio non c’e’ due senza tre fa rabbrividire il calcio italiano, non solo i tifosi delle due squadre. Mancini e Mihajlovic si pongono al volante di vetture dall’alto potenziale, costruite per lottare per la Champions e sognare lo scudetto. Sta a loro non deragliare. I pesanti investimenti di Thohir e Berlusconi (120 mln finora) non consentiranno altri flop.