Carolina Kostner rischia 4 anni. “Alex non è in casa”, mentì all’anti-doping

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Settembre 2014 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA
Carolina Kostner rischia 4 anni. "Alex non è in casa", mentì all'anti-doping

Carolina Kostner rischia 4 anni. “Alex non è in casa”, mentì all’anti-doping

ROMA – Carolina Kostner rischia 4 anni. “Alex non è in casa”, mentì all’anti-doping. “Ancor prima di aprire la porta fu lo stesso Alex a chiedermi per favore di dire che se si fosse trattato dei controlli dovevo rispondere che lui si trovava a Racines dove effettivamente aveva dato la reperibilità così io feci, arrabbiandomi poi con lui”. Carolina Kostner rischia una squalifica anche più lunga di quella comminata all’ex fidanzato, il marciatore Schwazer condannato 3 anni e mezzo per doping.

La campionessa di pattinaggio artistico, a causa delle dichiarazioni rese alla Wada, l’agenzia antidoping mondiale, rischia 4 anni, la fine della carriera, perché questa è la pena minima in caso di “complicità” (“amori dopati”, scrive Massimo Gramellini). A giorni sarà di interrogata dalla Procura anti-doping. L’anno scorso, agli investigatori Wada che la interrogavano, aveva confessato di aver mentito: quando il 29 luglio 2012 gli ispettori antidoping bussarono alla porta di casa sua in cerca del’allora fidanzato Alex Schwazer disse che non c’era. Lì si è messa nei guai, perché la sua non era la dichiarazione di un semplice congiunto, ma quella di un atleta che ha sottoscritto un codice etico dove la slealtà è punita con severità.

Dalle mail di Schwazer emerge come seguisse alla lettera le istruzioni farmacologiche del discusso dottor Ferrari, il medico inibito a vita dalla Wada.

«Sei tu la mia direttiva», gli scrive sinteticamente in una mail, una delle quaranta che gli inquirenti hanno scovato nel computer del marciatore altoatesino, indagato per doping dalla procura di Bolzano. Più avanti lo ricontatta, sempre al termine di un allenamento, sempre più felice: «Ieri mi sono mosso un po’ perché mi sentivo benissimo… mi sentivo come se arrivassi da una settimana di riposo…ho l’impressione di stare meglio ora che prima della 50 chilometri…».

E ancora, qualche giorno dopo: «…non ero a tutta, ho l’ok per gli Europei (quelli di Barcellona del 2010, dove lui arrivò secondo, ndr) sia per la 50 che per la 20 e anche la gara del 18 aprile non sono obbligato a farla. Possiamo scegliere le gare come vogliamo noi». Noi, cioè lui e Ferrari che è stato inibito a vita dall’agenzia antidoping e del quale anche Armstrong aveva un’ottima considerazione: «È un mito». (Andrea Arzilli, Corriere della Sera)