Cristiano Ronaldo non segna ma la Juve vince a Parma. Nainggolan lancia l’Inter

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Settembre 2018 - 23:01 OLTRE 6 MESI FA
Cristiano Ronaldo non segna ma la Juve vince a Parma. Nainggolan lancia l'Inter

Cristiano Ronaldo non segna ma la Juve vince a Parma. Nainggolan lancia l’Inter (Ansa)

ROMA – Cristiano Ronaldo non segna ma la Juventus vince la sua terza partita consecutiva a Parma (gli highlights) e si candida per la prima “fuga” scudetto della stagione. Primo successo stagionale per l’Inter dopo la sconfitta contro il Sassuolo e il pareggio interno contro il Torino. A Bologna è decisivo l’ultimo arrivato Radja Nainggolan (gli highlights) [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play].

Il Ronaldo furioso non trova ancora il gol perduto. Ma mentre attende che il suo eroe principale si sblocchi, la corazzata Juve prosegue come se nulla fosse la sua marcia a punteggio pieno sbarazzandosi del Parma con il solito Mandzukic, una rete nel primo tempo e un assist nel secondo a Matuidi per il croato, sempre più sinonimo di pragmatismo e forse anche per questo difficilmente sacrificabile negli schemi di Allegri.

Il Parma regge 58′, riesce a contenere il portoghese che finisce ancora a secco, anche davanti al proprio premier Antonio Costa, arrivato in tribuna per sostenerlo alla fine di una settimana influenzato dalla rabbia per il premio Uefa mancato, sentimento che non gli ha giovato diversamente da quanto si era augurato il suo allenatore. Alla fine gli emiliani capitolano e devono arrendersi alla concretezza bianconera, nonostante un Gervinho ritrovato dopo i due anni in Cina. Tutto subito facile per i bianconeri.

Al 2′ sono già in vantaggio: Cuadrado sventaglia un cross e Mandzukic, dopo aver saltato insieme a Iacoponi in area per colpire di testa, si ritrova la palla sul destro e batte Sepe, un po’ piantato sulla linea di porta. La fame di gol di Ronaldo è evidente subito da come squadra i compagni quando lo anticipano o gli chiedono palla vicino all’area e lui invece tira dritto.

Ma mentre la smania non soddisfatta e le statistiche realizzative non rispettate sembrano annebbiare il portoghese, limpida è la prova di Gervinho, alla prima da titolare. Un po’ funambolo, un po’ rapper, come sempre, ma anche efficace. Il suo primo slalom insistito lo porta in area, dove si infrange sulla scivolata di Alex Sandro ed è poi Cuadrado ad anticipare da terra Di Gaudio.

Autogol sfiorato, calcio d’angolo e porta salvata. Al 14′ è ancora pericoloso il Parma: punizione dai 20 metri, calcia Stulac e la palla va sulla traversa, centrale, con Sczesny che dà l’impressione di esserci. Ronaldo ci prova due volte di testa su corner, intorno al 25′, la seconda esce di poco e per un soffio Bonucci non la corregge in rete. Dall’altra parte è di nuovo Stulac a preoccupare Sczesny, con un tiro da lontano che rimbalza strano e viene respinto in modo un po’ goffo.

E’ un’incertezza, nello stadio degli esordi di Buffon, che il portiere polacco si trascina e diventa fatale al 33′: Gobbi crossa, Inglese spizza, Sczesny buca e Gervinho, quasi sulla linea, la tocca dentro di ginocchio per il pari. Risultato giusto a questo punto della partita, con il Parma che rischia di chiudere al 45′ sul 2-1. Nel recupero è infatti ancora Gervinho ad infilarsi in area, ma è troppo altruista e serve Rigoni che calcia addosso al portiere. Per scuotersi alla Juve serve ancora Mandzukic.

La differenza è che mentre il numero 7 è in ogni azione di attacco e le tenta tutte, ma una volta è impreciso, un’altra in ritardo, un’altra ancora sfortunato e poi addirittura quasi comico quando svirgola una mezza sforbiciata, il croato è essenziale, non per questo meno prezioso. E’ da un suo improvviso quanto geniale colpo di tacco che arriva il 2-0, con Matuidi pronto a indovinare un gran sinistro sotto la traversa, al 58′.

Un pezzo della partita si chiude qui, un altro due minuti dopo quando D’Aversa rinuncia a Gervinho. Allegri invece inserisce Douglas Costa, che regala un paio di lampi e un palo con un gran sinistro da fuori. A Dybala, invece, il tecnico concede dieci minuti. Alla fine i settemila tifosi juventini applaudono tutti, ma per il portoghese e l’argentino suonano come applausi di consolazione e incoraggiamento per prossimi appuntamenti di una stagione ancora all’inizio.

L’Inter per non rischiare di perdere il treno scudetto fin dalle prime battute, il Bologna per salire su quello che porta alla salvezza. E’ con questi presupposti che rossoblù e nerazzurri si presentavano al Dall’Ara per il secondo anticipo della terza giornata di serie A e a mantenere i propositi di rilancio è la banda di Spalletti. Merito di Nainggolan, che accende la luce all’interno di un pomeriggio grigio al minuto 21 della ripresa.

Il belga era l’uomo più atteso in casa di un’Inter che sogna il ruolo di anti Juventus e alla prima da titolare non tradisce le attese, con un lampo che vale i tre punti e spiana la strada verso il finale in crescendo che inguaia il Bologna.

Secondo ko casalingo consecutivo per i rossoblù di Inzaghi, dopo quello con la Spal. Inzaghi conferma per dieci undicesimi la formazione che ha strappato il pari con il Frosinone sul neutro di Torino, ma la continuità che cerca sul piano del gioco arriva solo su quello del risultato negativo Inter spuntata, Bologna impaurito.

Questo racconta il primo tempo al quale Spalletti si presenta con un contrattempo tutt’altro che irrilevante: nel riscaldamento si ferma Icardi, che prende posto in tribuna al fianco di Zanetti. In campo, il tecnico nerazzurro opta per la cavalleria leggera, con Politano, Nainggolan e Perisic a supporto del falso nueve Keita, che spesso si cambia di posizione con il croato.

Prova a non fornire riferimenti agli avversari l’Inter, che però fatica a trovarne. Piovono palloni in area, ma di tiri in porta neanche l’ombra, anche se i nerazzurri spaventano il Bologna con le conclusioni di Gagliardini e Nainggolan da fuori che però non inquadrano la porta. Le occasioni più importanti capitano però a Perisic e Keita: il primo non sfrutta la papera di Skorupski in uscita al minuto 2, mentre il secondo scivola al minuto 23 a tu per tu con il portiere rossoblù, acuendo i rimpianti per l’assenza di Icardi.

Pericoli scampati per un Bologna in imbarazzo, che prova a mettere la testa fuori con una ripartenza di Dijks e sugli sviluppi di un calcio d’angolo costringe Handanovic alla parata salva risultato sul colpo di testa di Helander, unico tiro in porta del primo tempo e occasione più nitida dei primi 45′ Serve un episodio per sbloccare la gara e lo trova la formazione con più qualità individuale: l’Inter, con il suo ninja da battaglia, con Nainggolan abile a infilare la difesa rossoblù e sfruttare l’assist di Politano, che approfitta così la presenza del ct Mancini in tribuna per provare a farsi notare. Il Bologna prova a rispondere con un colpo di testa di Santander, che sfiora il palo.

Inzaghi nel finale inserisce Destro, Okwonkwo e Orsolini per provare a pareggiare: il Bologna si sbilancia e Candreva lo punisce. Solo Inter, che nel finale trova il 3-0 con Perisic in contropiede. Game, set e match. L’Inter riparte, il Bologna crolla.