Denis Bergamini, il padre: “Non ho mai creduto al suicidio”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Maggio 2013 - 14:32 OLTRE 6 MESI FA
bergamini

Donato “Denis” Bergamini

BERGAMO – “Non ho mai creduto al suicidio di mio figlio”. Domizio Bergamini commenta così – in esclusiva a La Nuova Ferrara – l’avviso di garanzia notificato per concorso in omicidio volontario a Isabella Internò, l’ex fidanzata di suo figlio Donato “Denis” Bergamini, morto il 18 novembre 1989 in circostanze mai del tutto chiarite a Roseto Capo Spulico.

Un caso archiviato nel 1992 come suicidio, con l’assoluzione dall’accusa di omicidio colposo del camionista Raffaele Pisano, alla guida del Fiat Iveco 180 sotto il quale il calciatore Bergamini si sarebbe gettato per suicidarsi.

Solo nel 2011 la riapertura delle indagini, da parte del pm Franco Giacomantonio della Procura di Castrovillari, fino alla svolta di mercoledì 15 maggio, quando a Isabella Internò è stato notificato il primo avviso di garanzia di questa nuova fase dell’inchiesta. Le perizie dei Ris di Messina e di un medico legale lo scorso anno hanno accertato che il calciatore era già morto quando fu investito dal camion.

“L’inchiesta è a carico di ignoti – ricorda l’avvocato della famiglia Bergamini, Eugenio Gallerani – lo è ancora per omicidio volontario, ma dopo due anni con una prima indagata, abbiamo visto un ribaltamento della storia giudiziaria. Soddisfazione? Di soddisfazione non si può parlare per la morte di un ragazzo di 27 anni cui è stata strappata la vita nel momento più bello e importante. Avrebbe dovuto giocare con Baggio. Se fosse andato a Firenze o anche a Parma sarebbe diventato un importante giocatore di serie A, invece…”.

Per Gallerani, la riapertura del caso è stato un vero miracolo: “Abbiamo sollecitato portando alla procura di Castrovillari nuovi elementi d’indagine che mettevano in luce che quelle precedenti erano farraginose e malfatte: la Procura ha ritenuto valide le nostre indicazioni ed è un riconoscimento del lavoro svolto”.

Numerose zone d’ombra restano però sulla vicenda, maturata secondo gli inquirenti in ambito passionale e sentimentale, escludendo quindi le ipotesi che in passato hanno collegato la morte del calciatore a presunti giri di droga o al totonero. E su questi punti oscuri ora si concentreranno le indagini, nel tentativo di ricostruire quanto avvenuto nelle diverse tappe intercorse tra la morte di Bergamini e il suo allontanamento dal cinema Garden.