Mondiali. Brasile-Cile e Olanda-Messico negli ottavi di finale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Giugno 2014 - 00:29| Aggiornato il 6 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Diretta. Camerun-Brasile e Croazia-Messico (Mondiali)

Brasile, l’allegria di Neymar (LaPresse)

BRASILIA, BRASILE – Brasile, 4-1 al  Camerune Messico, 3-1 alla Croazia, hanno passato il turno e si sono qualificate per gli ottavi di finale dei Mondiali di Brasile 2014.

Il Brasile giocherà contro il Cile il 28 giugno alle ore 18, mentre il Messico sfiderà l’Olanda il 29 giugno alle ore 18.

CAMERUN-BRASILE 1-4, gol: Neymar 17′ e 35′, Matip 26′, Fred 50′ e Fernandinho 84′ 

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Dopo Messi, Neymar. Quello del 2014 può essere davvero il Mondiale delle due grandi stelle sudamericane. Il primo aveva risolto da solo, con una prodezza delle sue, di sinistro, il match dell’Argentina con l’Iran.

Il secondo, idolo assoluto di duecento milioni di brasiliani, con due magie nello stadio di Brasilia che porta il nome di un altro campione, Garrincha, che era l’allegria del popolo, ha regalato alla Selecao una vittoria in goleada nella sua partita n. 100 nella storia dei Mondiali. E, tanto per rimanere in tema, il secondo gol personale di ‘O Ney’ è stato anche il numero 100 di questa Coppa giocata in terra brasiliana.

“E’ un talento unico nel calcio mondiale, e non riesco a vedere la nazionale brasiliana senza di lui”, ha commentato Ronaldo Fenomeno dopo la partita, incoronando in modo definitivo il suo erede, che con la doppietta di oggi è arrivato a quota 35 reti in maglia ‘amarelinha’, eguagliando a soli 22 anni lo score di due fenomeni come Tostao e Ronaldinho.

A Brasilia Neymar ha fatto impazzire di gioia i suoi tifosi, deliziandoli anche con giocate d’autore, come quando ha servito un incredibile assist di tacco a Neymar o quando ha fatto passare il pallone sopra la testa di un avversario. Ha tentato anche una ‘lambreta’ su Nyom, che lo aveva provocato per gran parte della partita (e bravo è stato il n.10, in diffida, a non rispondere alle provocazioni), ma non gli è riuscita provocando la stizzita reazione dell’avversario.

Questo super Neymar ha anche permesso al Brasile di venire fuori da una situazione che nei primi 45′ si era fatta complicata: ancora una volta la Selecao, in evidente crisi di gioco e troppo ansiosa, si era affidata alla creatività e alle iniziative del suo n.10, come in occasione del secondo gol quando, ricevuta palla da Marcelo, si è accentrato in modo irresistibile e ha ‘fulminato’ di destro il portiere avversario.

In precedenza l’erede di O Rei aveva segnato intervenendo di piatto destro su cross del bravo Luiz Gustavo, ma il Camerun, che giocava senza timori reverenziali e si faceva valere anche con qualche fallo di troppo (non sanzionato a dovere dall’arbitro), aveva pareggiato grazie alla proiezione offensiva di due difensori: Nyom, che si era ‘bevuto’ un Dani Alves dalla cui parte gli avversari trovavano spesso il modo di passare, aveva crossato in mezzo all’area e Matip, lasciato solo, aveva battuto Julio Cesar.

Andata al riposo sul 2-1, la Selecao è nettamente migliorata nella ripresa, con l’ingresso di Fernandinho, che ha cambiato il centrocampo della squadra, al posto dello spento Paulinho, che ora rischia davvero di perdere il posto.

Fernandinho ha messo lo zampino, in quasi tutte le azioni migliori del Brasile, compresa quella al 49′ da cui è arrivata la rete del 3-1, segnata da Fred in fuorigioco. Così il n.9, che per prepararsi al Mondiale non esce da otto mesi (lui amante della vita notturna) e legge ogni giorno la Bibbia, ha segnato il suo primo ‘punto’ di questo Mondiale, evitando di battere il record di ‘sterilità’ di Serginho del 1982 e sbloccandosi alla terza partita come gli era successo l’anno scorso in Confederations Cup, un precedente che la torcida si augura porti bene.

Adesso ci sarà il ‘Clasico’ sudamericano, sabato contro il Cile in quella Belo Horizonte che Scolari considera sede ideale per le partite della sua nazionale. Capello ossigenato (Neymar) e baffi (Fred): con questo nuovo look il Brasile continua a sognare l’Hexa.

CROAZIA-MESSICO 1-3, gol: Marquez 71′  e Guardado 75′ , Hernandez 81′ e Perisic 91′  

Il Messico non si ferma più: soffre un po’ per un tempo, contro la Croazia, poi dilaga nella ripresa, confermando di essere una delle note positive del Mondiale.

Negli ottavi la squadra guidata da Miguel Herrera dovrà vedersela contro l’Olanda, che è avversaria da tenere in grandissima considerazione, per come ha conquistato la qualificazione. In una serata caratterizzata dai festeggiamenti brasiliani per l’accesso agli ottavi della Selecao, i messicani trasformano l’Arena Pernambuco di Recife nello stadio Azteca, elevando i decibel all’ennesima potenza. La sfida del tifo è già vinta, nel caso vi fossero dubbi.

Quella del campo, invece, stenta a decollare. Anche perchè, la Croazia sembra piuttosto determinata a proseguire il cammino. La squadra selezionata da Niko Kovac, già al quarto d’ora, gela lo stadio, costringendo Aguilar a un salvataggio al cardiopalmo, dopo un cross dalla destra di Srna, deviato da Olic, che aveva messo Mandzukic nelle condizioni di insaccare. Il Messico gioca al piccolo trotto, tiene il ritmo basso e aspetta.

E’ un vantaggio poter giocare per due risultati su tre. I discendenti di Montezuma si fanno vedere, però, al 17′, con Hector Herrera, che riceve un colpo di tacco di Guardado e fa partire un gran tiro che va a stamparsi sull’incrocio dei pali: Pletikosa era tagliato fuori. Un sinistro presagio per i croati, salvati nella circostanza dalla Dea bendata. Al 27′ gran botta e pallone di poco alto di Pranjic che, poco dopo, ci riprova con esito identico.

Il tempo si chiude con una conclusione di Layun, deviata in spaccata da Corluka. Nel secondo tempo sale in cattedra il Messico che gioca di rimessa; le folate dei centroamericani sono micidiali per la lenta difesa croata. Al 20′ Guardado raccoglie un cross dalla destra, controlla e spara, Srna devìa in angolo con un braccio, ma l’arbitro non vede il rigore. E’ un episodio che potrebbe condizionare l’esito del confronto, invece mette pepe in corpo ai messicani che già sul successivo corner costringono Corluka a salvare sulla linea. Del gol, ormai, si sente il profumo.

Infatti, al 27′, Rafa Marquez raccoglie di testa un angolo dalla sinistra di Hector Herrera e insacca, anticipando Corluka. Passano 4′ e arriva il raddoppio, con il ‘Chicharito’ Hernandez, che parte in contropiede e serve sulla destra Peralta, quest’ultimo fa pervenire a Guardado il pallone dalla parte opposta e l’attaccante del Messico non perdona.

Giusto il tempo per un salvataggio di Moreno (a Ochoa battuto) su Rebic, che Hernandez cala il tris, raccogliendo un angolo dalla destra, dopo che Marquez ha sfiorato il pallone.

La Croazia ha ancora la forza di realizzare il gol della bandiera grazie a una bella triangolazione Perisic-Rakitic, conclusa dal primo con un tiro rasoterra a incrociare, da sinistra verso destra.

Il portiere messicano, poi, con un intervento provvidenziale, evita la doppietta di Perisic che avrebbe riaperto il match, meritandosi un voto alto in una serata da incorniciare.

FOTO LAPRESSE.