Doping alle Olimpiadi: gli atleti antichi mangiavano testicoli crudi

Pubblicato il 9 Agosto 2012 - 10:01 OLTRE 6 MESI FA
Testicoli di animali

LONDRA, INGHILTERRA – Il doping è stato da sempre uno dei principali problemi delle Olimpiadi.  Gli atleti antichi cercavano di migliorare le loro prestazioni mangiando testicoli crudi di animali per avere una spinta ormonale ed ottenere risultati di alto livello nel corso delle gare.
Agli inizi del XX secolo, si iniziarono a usare droghe al fine di ottenere risultati migliori.L’unica morte per doping avvenuta durante le Olimpiadi fu ai Giochi di Roma 1960, nella corsa di bici su strada. Il danese Knud Enemark Jensen cadde dalla sua bici e più tardi morì. L’autopsia rivelò che l’atleta era sotto l’influenza di anfetamine.

I test anti-doping furono introdotti dal CIO a partire dai Giochi del 1968. Il primo atleta ad essere trovato positivo fu lo svedese pentatleta Hans-Gunnar Liljenwall, nel corso dei Giochi Olimpici di Città del Messico 1968, e perse la medaglia di bronzo. Settantatré atleti seguirono Liljenwall nei successivi 38 anni, tra cui molti medagliati. La squalifica per doping più nota è quella del velocista canadese Ben Johnson, che vinse i 100 metri a Seul 1988. Fu trovato positivo agli steroidi anabolizzanti.

Nonostante i controlli, gli atleti hanno continuato ad utilizzare sostanze dopanti nel corso degli anni. Nel 1990, la rilevazione di alcuni documenti denunciò il fatto che molte atlete della Germania Est erano costrette dai propri allenatori e preparatori ad assumere sostanze dopanti.

Ad oggi la battaglia del CIO si è fatta sempre più forte e decisa. Ne è dimostrazione il fatto che alle recenti olimpiadi invernali di Torino 2006 solamente un atleta è stato trovato positivo al doping.