Doping, telefonate per fermare Alex Schwazer: “Lasci vincere i cinesi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Luglio 2016 - 15:52 OLTRE 6 MESI FA
Doping, telefonate per fermare Alex Schwazer. "Lasci vincere i cinesi"

Doping, telefonate per fermare Alex Schwazer. “Lasci vincere i cinesi”

ROMA – Solo due settimane fa Sandro Donati, allenatore di Alex Schwazer, aveva parlato della paura che lo accompagnava dopo aver denunciato le strane manovre che si nascondevano dietro l’ultimo scandalo sul doping che ha travolto il suo maratoneta.

Ora quella paura dimostra di avere più di un fondamento alla luce di due telefonate segnalate all’autorità giudiziaria e alla commissione parlamentare antimafia. In quelle conversazioni, scrive Repubblica, si ritroverebbero tutte le accuse lanciate dal maestro dello sport Donati, quei sospetti sulla positività di Schwazer, le manovre di “consorterie criminali” dirette da alcuni dirigenti della Federazione internazionale di Atletica.Quando il telefono di Donati ha squillato per la prima volta il 7 maggio scorso, sul suo display è comparso il nome di un personaggio molto noto nel mondo dello sport. Poche ore dopo si sarebbero corsi i Campionati del mondo di marcia a Roma sui 50 km. La telefonata arriva alle sei del mattino, Donati dormiva ancora quando quel giudice internazionale di marcia “molto vicino a Sandro Milano” gli ha chiesto con insistenza: “La prego, glielo dica (a Schwazer) ancora una volta fino a prima della gara, possibilmente lasci vincere Tallent, mi capisce?”. Proprio quell’australiano che alla fine della squalifica del maratoneta italiano lo aveva insultato in tutti i modi.

La seconda telefonata arriva il 23 maggio scorso, cinque giorni prima della gara di La Coruna sui 20 km. È sempre quel giudice internazionale a chiamare Donati e gli dice di non rispondere agli attacchi di alcuni atleti e “di non andare a cercare disgrazie con i due cinesi che sono da 1 ora e 17 minuti…”. In quella gara Schwazer arriverà secondo dopo il cinese WhangZhen.

In questo clima di pressione si aggiungono le accuse fumose contro l’atleta che non potrà partecipare alle Olimpiadi di Rio per una provetta con “lievi tracce di testosterone” e il cui percorso è ancora un giallo. Schwazer e i suoi avvocati non hanno ancora avuto l’occasione di controbattere alle accuse, di poter presentare perizie di parte, visto che di rinvio in rinvio la giustizia sportiva ha deciso di esaminare il caso solo il 4 agosto, a Rio.