Francia-Portogallo, allarme bomba davanti a albergo Blues

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2016 - 18:29 OLTRE 6 MESI FA
Francia-Portogallo, allarme bomba davanti a albergo Blues

Francia-Portogallo, allarme bomba davanti a albergo Blues (nella foto, il caos allo Stade de France nel giorno degli attentati a Parigi)

PARIGI – Allarme bomba prima della finale di Euro 2016, Portogallo-Francia. Una valigia abbandonata davanti all’hotel dove la nazionale francese è in ritiro, in attesa della finale di questa sera contro il Portogallo, ha costretto la polizia ad evacuare la zona. L’operazione si è svolta senza problemi, pochi minuti prima della partenza dei Bleus per lo Stade de France. La valigia e il suo contenuto è stato disinnescato dagli artificieri.

Probabili formazioni Portogallo-Francia.

Portogallo (4-4-2): 1 Rui Patricio, 21 Cedric, 3 Pepe, 4 Fonte, 5 R. Guerreiro, 10 Joao Mario, 14 William Carvalho, 23 Adrien Silva, 16 Sanches, 7 C. Ronaldo, 17 Nani. (12 Lopes, 22 Eduardo, 6 Ricardo Carvalho, 2 Bruno Alves, 11 Vieirinha, 19 Eliseu, 15 Gomes, 8 Moutinho, 13 Danilo, 9 Eder, 18 Rafa Silva, 20 Quaresma). All.: Santos.

Francia: (4-2-3-1): 1 Lloris, 19 Sagna, 21 Koscielny, 22 Umtiti, 3 Evra, 15 Pogba, 14 Matuidi, 18 Sissoko, 7 Griezmann, 8 Payet, 9 Giroud. (16 Mandanda, 23 Costil, 2 Jallet, 17 Digne, 4 Rami, 13 Mangala, 5 Kanté, 6 Cabaye, 12 Schneiderlin, 20 Coman, 10 Gignac, 11 Martial). All.: Deschamps.

Arbitro: Clattenburg (Ing). Quote Snai: 4,50; 3,10; 2,00.

“Siamo pronti a scrivere una pagina di storia per il nostro paese”. E’ il mantra del Portogallo alla vigilia di una sfida, quella contro la Francia, che potrebbe regalare al popolo lusitano il primo grande trofeo internazionale. Un successo che cancellerebbe la delusione per la finale persa in casa da favoriti contro la Grecia nella notte di Lisbona del 2004, e cambierebbe anche il corso della storia che ha visto la nazionale lusitana soccombere sempre contro i francesi in Europei e Mondiali (ultimo successo in amichevole nel 1975), a cominciare proprio sul suolo di Francia da quella semifinale dell’84 al Velodrome di Marsiglia, quando in vantaggio per 2-1 nei supplementari furono dapprima raggiunti e poi sconfitti all’ultimo minuto da un gol di Michel Platini. Proprio quel Platini che Cristiano Ronaldo, l’uomo dei record, ha raggiunto a quota nove gol sbloccando la semifinale contro il Galles, con un terzo tempo degno di Michael Jordan. E’ proprio lui, che 12 anni fa era in campo allo stadio Da Luz, suona la carica ai compagni, convinto che la sua estate, cominciata con la vittoria in Champions a fine maggio, possa essere indimenticabile per il suo paese. “Ho sempre sognato di vincere con la mia nazionale – le parole di Cr7 – Potrebbe essere qualcosa di enorme se ci riuscissi. Io ci credo, così come i miei compagni, il paese e tutta la comunità lusitana qui. Sono contento perché ho sempre voluto giocare ancora una finale dopo quella del 2004 e ora finalmente posso”. Stavolta la pressione non sarà certo sulle spalle dei lusitani, chiamati semmai a sovvertire il pronostico che vede Griezmann e compagni favoriti: “Avranno l’intero paese dalla loro parte – ha aggiunto Ronaldo – ma è una finale ed io lo so bene: tutto può succedere. Giocheremo al massimo e lotteremo fino alla fine. Dall’inizio del torneo nessuno ci ha battuto e spero che neanche la Francia riesca a fermare il nostro sogno”. Un sogno che regalerebbe una pagina di storia agli undici milioni di portoghesi che domani faranno il tifo per Ronaldo e compagni, nella speranza che stavolta le lacrime a fine partita siano solo di gioia. Il ct Santos ne è convinto, e confida molto nel ritorno di Pepe per fermare l’attacco inarrestabile dei francesi del cannoniere Griezmann (6 gol fin qui): “E’ la prima finale tra Francia e Portogallo e sono sicuro che domani scriveremo una pagina di storia per il nostro paese – ha ammesso alla vigilia – La Francia ha mostrato le sue qualità contro la Germania, ma noi troveremo un modo per vincere questa sfida. Ho piena fiducia nella mia squadra, ha il giusto mix di giocatori giovani ed esperti: abbiamo tutto quello che serve per alzare il trofeo”.

C’è da gridare, magari solo per una notte, che Griezmann è meglio di Cristiano Ronaldo. C’è da prendersi l’Europeo di casa, ma c’è soprattutto da uscire da un tunnel lungo un anno e mezzo, cominciato con gli attentati terroristici e continuato con tensioni e paure. Persino Hollande, esultante in sciarpa da tifoso contro la Germania, ha ammesso: “ci farebbe bene, ci restituirebbe fiducia”. Di mezzo, però, c’è proprio CR7, il leader di un Portogallo che non vince una partita contro i Bleus dagli anni Settanta. E che ci è riuscito soltanto in amichevole in tutta la sua storia. La sintesi migliore di cosa significa questa finale per la Francia – che ha convinto i suoi tifosi dopo la rimonta ai quarti con l’Irlanda passata in vantaggio – l’ha fatta oggi un messaggio di Michael Dias, giovane figlio del sessantatreenne franco-portoghese ucciso fuori dallo Stade de France da uno dei kamikaze del 13 novembre: “domenica a Saint-Denis i tuoi due paesi si affronteranno a qualche metro da quella porta D dove hai perso la vita. Io non sono ancora in grado di tornarci, ma mi consolo pensando che almeno tu vedrai la partita da un posto speciale”. Nella vita dei francesi, quella notte ha lasciato una ferita profonda, la paura, l’insicurezza, la rabbia, la diffidenza. Domani, ha annunciato il prefetto Michel Cadot, ci sarà uno schieramento “eccezionale” per la partita, 1.300 uomini allo Stade de France, 1.400 alla Fan Zone, addirittura 3.400 in attesa di un eventuale invasione dei tifosi in festa sugli Champs-Elysees, visti anche gli incidenti dopo la semifinale vinta contro la Germania. Ci credevano in pochi, la brutta squadra vista contro la Romania, le incertezze contro Albania e Svizzera, il cammino che pareva programmato tutto in discesa, non avevano riscaldato il cuore dei tifosi. Adesso, Hollande esulta e ride come non si vedeva da tempo, i giornali politici si interrogano sull’ipotesi che possa finalmente pronunciare a ragione la frase per la quale l’hanno tanto sbeffeggiato (“a va mieux”, va meglio) e persino una Le Pen, la giovane Marion, che alla nazionale francese non ha mai sorriso, fa i complimenti alla squadra e a Deschamps, indirettamente: “C’è stato un giro di vite, mi fa piacere, questi ragazzi mi piacciono più di quelli che c’erano prima”.