“Il Cobra”, capo ultrà genoano: “Ho dato semplicemente un consiglio…”

Pubblicato il 24 Aprile 2012 - 11:57 OLTRE 6 MESI FA

Sculli parla con gli Ultrà del Genoa (La Presse)

GENOVA – “Io al nostro capitano ho dato semplicemente un consiglio: “Se non siete in grado di onorare la maglia, toglietevela”. E voi questa la chiamate violenza?“, così Marco Cobretti, detto “il Cobra” e capo ultrà dei tifosi del Genoa, interviene sulle polemiche scaturite dopo i “fattacci” della partita Genoa-Siena di domenica 22 aprile.

Nell’intervista de La Stampa a firma di Niccolò Zancan, Cobretti, uno degli 11 tifosi colpiti da Daspo con obbligo di firma per i prossimi 5 anni, non vuole essere definito “un violento” e attacca i mass media: “Questa volta è tutta una cosa mediatica, se mi arrestano non ha senso“. Il tifoso genoano ne ha anche per Giandomenico Mesto, calciatore del Genoa, che durante la sospensione del match era scoppiato in lacrime: “Se piange lui che ha la Ferrari e entra gratis in tutti i locali, allora io cosa dovrei fare con 30 euro in tasca? Che sceneggiata…“.

Fabrizio Fileni detto “Tombolone”, altro ultrà genoano, racconta un retroscena importante riguardante il patron del club Enrico Preziosi che in queste ore non era stato certo “comprensivo” nei confronti dei tifosi rossoblù (“Sono facinorosi assimilabili alla delinquenza organizzata che nulla hanno a che fare con lo sport: questa gente va colpita affinché non venga più allo stadio”): “E’ stato lui a fare togliere le maglie ai giocatori. Ora usa tutto questo contro di noi. Ma noi restiamo orgogliosi”. E aggiunge: “Ci prendiamo il diritto di contestare ma noi siamo gli stessi che hanno ripulito Genova dall’alluvione”.

“Il Cobra” chiosa sul conciliabolo con tanto di abbracci con Giuseppe Sculli, che è servito a sistemare, o quantomeno a non aggravare, la situazione in casa Genoa (il club giocherà le prossime due gare casalinghe a porte chiude): “Lui ha una storia con noi. Abbiamo parlato insieme per far riprendere la partita, in modo da non penalizzare la squadra. Se non fosse un calciatore, Sculli sarebbe uno di noi”.