Rissa Samp-Genoa, i capi Ultras: “Perso il controllo dei più giovani”

Pubblicato il 11 Giugno 2012 - 11:18 OLTRE 6 MESI FA

Curva del Genoa (LaPresse)

GENOVA – E’ finita con cinque tifosi feriti, tre dei quali in gravi condizioni. E’ finita (si spera) così, e poteva andare molto peggio. La rissa tra tifosi della Sampdoria e del Genoa  dopo la promozione in serie A dei Cinque tifosi della Sampdoria rischia di non essere un episodio isolato. E preoccupa non solo la polizia ma gli stessi capi Ultras al punto che, come scrive su Repubblica Massimo Calandri, i leader dei gruppi organizzati di tifosi delle due squadre si sono incontrati in gran segreto domenica pomeriggio, durante Spagna Italia.

Prima di tutto c’è la diagnosi, seria, dei capi ultrasi. Quelli del Genoa a Repubblica raccontano una versione che non può non preoccupare: “Abbiamo perso il controllo dei più giovani”. I più giovani, però, non sono ragazzini sprovveduti, sono “cani sciolti” aggressivi e potenzialmente pericolosi proprio perché non rispondono neppure agli “ordini” dei capi ultras.

L’incontro.Al summit  – racconta Massimo Calandri – partecipano in pochi: tra di loro uno che i rossoblù chiamano “Cobra”, mentre il leader dei blucerchiati dicono sia “Beck’s”. Secondo Repubblica i capi tifosi avrebbero chiuso tutto con un impegno a tenere a bada i rispettivi tifosi. Da qui a dire che ci riescano, però, ce ne corre perché come spiega un ultrà del Genoa a Repubblica: “Quelli che hanno tirato fuori le lame sono dei ragazzini. Cani sciolti. Cattivi, imbottiti di droghe chimiche, pieni di rabbia. Senza controllo. Due volte stupidi, e pericolosi. Per questa loro porcata rischia di scatenarsi un gran casino”.

Infine una “presa di distanza”. Chi comanda gli ultras ci tiene a far sapere che quanto accaduto durante la festa promozione  “è una cosa che non ha niente a che vedere con il nostro mondo. Noi non rifiutiamo la violenza: ho passato una vita a battermi negli stadi di tutta ltalia. Ma rischiare di morire a diciott’anni per una coltellata è una cosa che mi fa venire il voltastomaco.”