Juventus, capo ultrà Viking indagato: “Tentò estorsione per avere biglietti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Luglio 2017 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA
Juventus, capo ultrà Viking indagato: "Tentò estorsione per avere biglietti"

Juventus, capo ultrà Viking indagato: “Tentò estorsione per avere biglietti”

MILANO – Rischiano il processo per tentata estorsione il capo dei Viking, gruppo ultrà della Juventus, Loris Grancini, e altri due tifosi della curva bianconera, i quali, stando ad un’inchiesta appena chiusa dal pm di Milano Enrico Pavone, avrebbero minacciato il titolare di una società milanese di eventi sportivi per costringerlo “a procurare loro biglietti” con una “corsia preferenziale” per le partite della Juve. Tra queste anche un match di Champions League del 2015 tra la Vecchia Signora e il Real Madrid e una sfida con la Roma alla fine dell’ultimo campionato.

Secondo le imputazioni, Grancini, difeso dal legale Luca Ricci e che ha anche testimoniato nel processo torinese di ‘ndrangheta Alto Piemonte, entrato nel punto vendita biglietti, assieme a Christian Mauriello, difeso dall’avvocato Marco Ventura, e a Christian Fasoli, avrebbe detto: “Bello alto qui, sai come brucia facilmente?“. E lo scorso maggio sempre per intimidire il titolare della società avrebbe fatto riferimento a “questi calabresi di Corsico”, comune dell’hinterland milanese.

Stando all’inchiesta, la prima condotta intimidatoria nei confronti del titolare del punto vendita sarebbe avvenuta a fine aprile del 2015 per la partita di Champions Juve-Real, dopo che la presunta vittima della tentata estorsione aveva dovuto annullare, per ragioni tecniche, l’emissione di 250 biglietti. I tre indagati, per i quali si profila la richiesta di rinvio a giudizio (da vagliare in udienza preliminare), sarebbero entrati nel locale per “ottenere” dall’uomo “i biglietti che erano stati erroneamente stampati” e poi annullati. In quel caso Grancini, secondo la Procura, avrebbe affermato facendo riferimento al negozio: “Sai come brucia facilmente?”. E gli altri due con la loro presenza avrebbe, in sostanza, dato “sicurezza” al capo ultrà.

Nel maggio scorso, poi, sempre Grancini si era presentato nel punto vendita per chiedere la “emissione” di biglietti per la partita Juve-Crotone per “certi personaggi calabresi di Corsico” e di fronte al diniego del titolare avrebbe risposto: “Vedi di farmeli recuperare, sbirro di m….”. Sempre a maggio, infine, tutti e tre gli indagati avrebbero cercato di recuperare biglietti per la partita Roma-Juve con Grancini che nel punto vendita avrebbe anche mimato “il gesto del caricamento di un’arma da fuoco”.