Londra 2012. Alla Livorno di Nedo Nadi il record di ori tra le città italiane

Pubblicato il 24 Luglio 2012 - 13:36 OLTRE 6 MESI FA
Il sei volte campione olimpico, il livornese Nedo Nadi

ROMA – Quanto a ori olimpici, l’Italia può guardare a Londra 2012 dall’alto dei suoi quasi duecento primi posti. Nella storia ufficiale delle Olimpiadi possiamo gloriarci di un quarto posto per le medaglie d’oro dietro i giganti americani, russi e tedeschi, in rigoroso ordine. In pratica siamo i maggiori dei minori. E’ stata una lunga cavalcata dal primo oro conquistato dal vicentino Gian Giorgio Trissino nell’equitazione a Parigi nel 1900. Cavalli e spade, scherma e dressage, quelli erano gli sport più popolari a inizio secolo.

Gli ultimi bagliori della “belle epoque” prima del disastro delle guerre e dei totalitarismi, la sottile eleganza dei passatempi aristocratici destinata a soccombere di fronte all’emergere degli sport di massa. Simbolo di quell’epopea al tramonto fu sicuramente il livornese Nedo Nadi, re degli ori, “insuperato maestro delle tre arme”, primo a Stoccolma nel 1912, cinque volte primo ad Anversa nel 1920, atleta formidabile che eccelleva in tutte le discipline, dal fioretto alla sciabola passando per la spada. Fu l’iniziatore di una scuola, l’origine di una tradizione che dura ormai da un secolo, che è arrivata fino ad Aldo Montano, l’ultimo livornese d’oro che vinse ad Atene 2004.

Livorno è la città d’Italia che più meriterebbe il titolo “oro della Patria”. In proporzione è quella che ha contribuito di più  in rapporto alla popolazione. Milano è la prima in termini assoluti, con 57 ori. Ma Livorno è prima nello speciale ranking e anche per numero assoluto di medaglie d’oro è davvero incredibile: 31 primi posti, conquistati da 17 atleti, in maggioranza schermidori. Nella speciale classifica Roma, per esempio, si piazza al 32° posto nonostante i suoi 24 ori. Le 4 città olimpiche per eccellenza italiane hanno un segreto: Livorno, Genova, Lecco e Venezia si affacciano sull’acqua, mar Tirreno, Adriatico o Lago di Como che sia.

Per tornare a Nedo Nadi, il nostro recordman, le immagini di repertorio che potete vedere qui sotto sono un documento eccezionale per poter ricostruire l’immagine e il talento dell’eroe di un altro tempo, di un “figlio del secolo” avrebbe detto Alfred De Musset. Il bianco e nero balbettante ci restituisce un atleta di un’eleganza innata, di un’aristocratico portamento. La stessa noncurante ironia con cui rispose al re del Belgio, Alberto I di Sassonia-Coburgo, che alla terza medaglia d’ oro consegnatagli dette qualche segno di insofferenza. “Ancora qui, monsieur Nadi ?” , risposta: “Con il Vostro permesso, conto di tornare ancora davanti a Sua Maestà”. Roba da finire nel manuale per apprendisti snob, anche perché l’insaziabile Nedo si ripresentò altre due volte al cospetto del sovrano incredulo.