Mihajlovic al Milan: cena ad Arcore, ma l’annuncio dopo l’addio di Inzaghi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Giugno 2015 - 00:55 OLTRE 6 MESI FA
Mihajlovic al Milan: cena ad Arcore, ma l'annuncio dopo l'addio di Inzaghi

Sinisa Mihajlovic (Foto Lapresse)

MILANO – Dopo tre ore di incontro con Silvio Berlusconi ad Arcore, l’ex interista Sinisa Mihajlovic si prepara a diventare il nuovo allenatore del Milan. Il fotografo ufficiale a Villa San Martino faceva pensare a un annuncio che a questo punto, salvo clamorosi ripensamenti, è atteso entro venerdì. Prima va comunicato l’esonero di Filippo Inzaghi.

Intanto è stato positivo il primo incontro fra l’allenatore in pectore e il presidente rossonero, che a lungo aveva pensato di promuovere Cristian Brocchi dalla Primavera ma infine ha convenuto con Adriano Galliani sugli eccessivi rischi di lanciare il terzo debuttante di fila, e sull’opportunità di affidarsi al serbo, per le sue capacità e il suo temperamento.

Dopo essersi confrontato più volte con la figlia Barbara, l’ex premier ha dato appuntamento a Galliani e Mihajlovic ad Arcore, per una cena leggera (a cui ha partecipato anche Pier Silvio Berlusconi) in cui si è parlato molto (anche di mercato, Soriano è uno dei primi nomi usciti) e il serbo, secondo quanto filtra, ha fatto una buona impressione all’ex premier.

Si è ripetuta più o meno la stessa investitura della sera del 26 maggio 2014, quando, prima ancora dell’esonero di Clarence Seedorf, ereditò la panchina Filippo Inzaghi, già al capolinea un anno più tardi.

Il tredicesimo allenatore dell’era berlusconiana (che prima della firma potrebbe visitare Milanello) è quindi l’ex calciatore di Roma, Sampdoria, Lazio e Inter, che in nerazzurro è stato il vice di Roberto Mancini prima di guidare Bologna, Catania, Fiorentina, Serbia e, fino a lunedì scorso, Sampdoria.

Qualche anno fa Mihajlovic predicava eterna fedeltà alle sue ex squadre escludendo la possibilità di lavorare per Palermo, Genoa e Milan. Col tempo certe barriere sono cadute e quando Galliani lo ha contattato a metà marzo era lusingato. Poi le vicende societarie (a proposito, l’entourage di Taechaubol parla di ‘work in progress’) hanno rallentato il corteggiamento, fino alla svolta impressa dal Milan dopo il ‘no’ di Carlo Ancelotti, immediata anche per evitare sorpassi da parte del Fenerbahce, pronto a offrire un triennale da 2,8 milioni di euro netti.

Al Milan, invece, probabilmente firmerà un biennale per provare a interrompere la tradizione negativa degli allenatori stranieri (Liedholm, Tabrez, Terim, Leomardo e Seedorf). La candidatura del 46enne serbo, nel mirino anche del Napoli, ha superato nel finale quella di Brocchi, mentre Montella è rimasto un obiettivo proibito dalla clausola rescissoria fissata dalla Fiorentina e Emery ha deciso di restare al Siviglia, eliminandosi da solo dalla lista di papabili in cui nelle scorse settimane hanno trovato posto anche Sarri e Donadoni.

Esonerato due volte in carriera, solo alla Samp Mihajlovic si è fermato due anni, ma ovunque ha provato ad avere squadre organizzate che giocavano per vincere. Forse aiutato dall’esercizio in casa con i suoi cinque figli (un sesto l’ha avuto prima del matrimonio e l’ha conosciuto solo dopo dieci anni, spinto dalla moglie Arianna) è accreditato di buone doti nella gestione del gruppo e sono noti la sua tendenza a far rispettare le regole a prescindere dal palmares dei giocatori (Eto’o ne sa qualcosa) e il suo temperamento, entrambi fattori di cui si sente la mancanza a Milanello da un paio d’anni.

Già si ironizza su come Mihajlovic vivrà e commenterà i suggerimenti tattici di Berlusconi. “Sinisa è un uomo intelligente – ha osservato il suo ormai ex presidente Massimo Ferrero -, in rossonero si metterà il papillon”. E probabilmente continuerà ad attingere alle citazioni che tanto ama. Qualche tempo fa si è affidato John Kennedy per ricordare che “i perdenti trovano una scusa, i vincenti una strada”. Ora lui deve trovare quella giusta per riportare il Milan in alto.