Dna, il super calciatore: avrà un chip biologico

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Luglio 2014 - 16:07 OLTRE 6 MESI FA
Dna, il super calciatore: avrà un chip biologico

Maradona, il più grande calciatore nella storia del Napoli (LaPresse)

NAPOLI – È il sogno di ogni tifoso o presidente di società di calcio, avere la formula segreta per capire se la giovane promessa diventerà un fenomeno come Lionel Messi o Cristiano Ronaldo.

Ora grazie al test del Dna sarà possibile non solo rintracciare l’identikit ‘super calciatore’, ma prevedere gli infortuni o la predisposizione a lesioni muscolari. È il progetto che vedrà impegnati la Temple University di Philadelphia e il settore medico del Calcio Napoli.

Ne parla Il Fatto Quotidiano in un articolo pubblicato sulla sua edizione online. Riportiamo parte dell’articolo per la nostra rassegna stampa.

“A supervisionare la ricerca è Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine e del Centro di biotecnologia del College of Science and Technology della Temple University di Philadelphia. “L’idea è di capire attraverso il Dna quali sono le caratteristiche genetiche degli atleti che hanno le maggiori ricadute sulla loro forma fisica – spiega Giordano all’Adnkronos Salute – così da scoprire eventuali predisposizioni a lesioni muscolari o la correlazione tra biologia e fattori genetici”.

L’accordo tra la Temple University e lo staff medico del Calcio Napoli, guidato da Alfonso De Nicola, ha come basi di partenza il lavoro fatto da De Nicola e il suo gruppo sulla prevenzione degli infortuni. Il Napoli è infatti una delle squadre della Serie A ad avere avuto negli anni passati il minor numero di infortuni.

“I dati raccolti negli anni dal professor De Nicola sono un punto di partenza fondamentale – aggiunge Giordano – da qui si potranno capire quali sono i geni maggiormente coinvolti nel successo sportivo di un atleta. Perché un professionista è più veloce di un altro, è meno incline agli infortuni o ha avuto una carriera più longeva rispetto ad un collega.

È chiaro che poi c’è una variabile importante da tenere in considerazione: l’ambiente – chiosa Giordano – in cui si nasce e si matura. Non tutti sono Maradona, anche per questo tipo di fattore che ha un suo peso insieme alla voglia dello sportivo di emergere e di vincere”.