Napolitano, violenza su donne è “emergenza mondiale”

Pubblicato il 25 Novembre 2009 - 09:03 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non fa mancare la sua voce sul tema.

Per Napolitano, infatti, la violenza sulle donne è una «vera emergenza su scala mondiale» ma oltre «ai necessari interventi di tipo repressivo si debbono affiancare azioni concrete per diffondere una concezione della donna che rispetti la sua dignità e si opponga a volgari visioni di stampo meramente consumistico spesso veicolate anche dal linguaggio dei media e della pubblicità».

«La conferenza su questo tema tenuta a Roma in occasione del G8 – ha ricordato il presidente – ha fornito dati che valutano in più di 140 milioni le donne vittime di violenze di ogni tipo. Matrimoni forzati che coinvolgono anche bambine, mutilazioni genitali, stupri generalizzati in contesti di guerra non devono apparirci lontani e a noi estranei. Il dolore di quelle donne, di quelle bambine riguarda tutti noi, anche perché la barbarie della violenza contro le donne non è stata estirpata neppure nei paesi economicamente e culturalmente avanzati».

«Molto resta da fare – osserva ancora il presidente della Repubblica – in ogni parte del mondo per sradicare una concezione della donna come oggetto di cui ci si può anche appropriare: è infatti la persistenza di questi aberranti schemi mentali a favorire il riprodursi di insopportabili atti di sopraffazione anche in ambito familiare».

Una situazione quella della violenza sulle donne, che presenta numeri preoccupanti anche nel nostro Paese: «E’ triste – ha osservato ancora il Capo dello Stato – dover ricordare che anche in Italia, nonostante la recente introduzione di norme opportunamente più severe, i casi di violenza, i soprusi e le intimidazioni sono in aumento. Ai necessari interventi di tipo repressivo, da esercitare con rigore e senza indulgenza, si debbono affiancare azioni concrete per diffondere, in primo luogo nella scuola e nella società civile, una concezione della donna che rispetti la sua dignità di persona e si opponga a volgari visioni di stampo meramente consumistico spesso veicolate anche dal linguaggio dei media e della pubblicità. Solo così sarà possibile creare una cultura di autentico rispetto, innanzitutto sul piano morale, nei confronti delle donne».