Palermo, auto figlio Zamparini rubata e usata per rapine

Pubblicato il 11 Febbraio 2016 - 19:40 OLTRE 6 MESI FA

PALERMO – Non potevano sapere, i ladri che avevano rubato l’Audi S5 V8 a Pavia il 9 gennaio scorso, che il proprietario fosse il figlio di Maurizio Zamparini, presidente del Palermo. Ignari, se la sono portata dietro per commettere alcune rapine nel Piacentino. La Gazzetta dello Sport racconta questo incredibile fatto di cronaca nella sua edizione online.

Come scrive la Gazzetta, il tentativo è risultato vano, i carabinieri – avvertiti da alcuni cittadini insospettiti – hanno setacciato tutta la frazione di San Polo con una pattuglia della stazione di San Giorgio e del Nucleo radiomobile di Piacenza, trovando l’auto con il motore ancora caldo abbandonata sul ciglio della strada.

I malviventi, braccati, erano ormai fuggiti a piedi, come racconta Palermo Today. Dai controlli i militari hanno scoperto che la vettura è di proprietà del figlio di Zamparini. Dopo aver perso tanti soldi a cambiare allenatori rosanero con cadenza ormai quasi settimanale, almeno quelli per la nuova auto da dare al figlio, Zampa li ha risparmiati…

Il Palermo non ha pace. Dopo un mese scarso, va via anche Guillermo Barros Schelotto – indicato da Maurizio Zamparini come colui che avrebbe portato avanti un nuovo progetto – e, al termine di una mattinata convulsa e confusa, arriva un nuovo allenatore: Giovanni Bosi, ex tecnico della Primavera, già in panchina contro l’Udinese come ‘portavoce’ del tecnico argentino (è il caso di dirlo visto che si doveva limitare a riferire ai giocatori gli ordini di Schelotto).

In quell’occasione Fabio Viviani, poco allettato dall’idea di fare da trait d’union, si era già defilato. Così la girandola dei tecnici fa segnare il quinto cambio d’allenatore, il sesto se contiamo anche il ‘fantasma’ Schelotto, che in panchina c’è andato sì, ma solo come dirigente. Dopo Iachini, Ballardini, la coppia Viviani-Schelotto, il tandem Tedesco-Schelotto, arriva Giovanni Bosi.

Il tecnico della Primavera è stato ufficialmente promosso dal patron, in cerca di una stabilità che sembra davvero estranea ai meccanismi della società rosanero, abituata a continui cambi di rotta.

Stavolta non sarebbe stato Zamparini a cacciare l’ennesimo allenatore, ma lo stesso Schelotto avrebbe preso la decisione a causa dei tanti problemi burocratici per ottenere il patentino d’allenatore. Per l’Uefa è necessaria un’esperienza in panchina fuori dall’Europa di almeno cinque anni, mentre il “mellizo” ha allenato in Argentina per tre anni e mezzo. “Non ho la licenza, non posso allenare.

Non me l’hanno approvata, mi manca un anno e mezzo di esperienza. Zamparini mi ha detto che devo dunque completarla”, ha detto Schelotto prima di lasciare Palermo. La società “profondamente rammaricata” ha così virato su Bosi, relegando Tedesco (osannato dalla curva) al ruolo di secondo. Del resto, l’ex giocatore del Palermo non era potuto andare in sala stampa se non nell’ultimo impegno contro il Sassuolo.

Fino a quel momento – per una scelta della società – a parlare con i giornalisti, prima e dopo i match, era stato il direttore sportivo Manuel Gerolin. Segnali non proprio rassicuranti in un momento davvero difficile.

Un caos per nulla calmo che è lo specchio anche di una certa confusione societaria con Zamparini che rivorrebbe Rino Foschi, ma non disdegna nuove alleanze come quella con Pedrag Mijatovic, ex stella del Real Madrid.