Quando il Paraguay ha segnato, Radio Padania ha esultato. Ma Lippi: “Non me ne frega niente. Giornalisti non fate queste domande””

Pubblicato il 14 Giugno 2010 - 23:06| Aggiornato il 15 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Ortelli di Radio Padania Libera

L’Italia si è svegliata martedì mattina post esordio ai mondiali con una scoperta: c’è una parte di noi che non tifa per gli azzurri, ma contro.

Non è l’occasionale malmostoso bastian contrario che ha in antipatia, e non senza ragione, Marcello Lippi e spera che una nasata gli farebbe un po’ abbassare la cresta. E’ un intero popolo, il popolo padano, una fetta di italiani che vota anzi milita per la Lega, un partito importante, che, dato il ruolo che ha nel tenere in piedi il Governo guidato da Silvio Berlusconi, ha un peso decisivo nella politica italiana.

Anzi, forse lo schieramento anti italiano della Lega può creare a Berlusconi più problemi della legge sulle intercettazioni e della manovra, temi che toccano delle minoranze, i cui voti peraltro non vanno di sicuro a Lui. Ma quando si parla di calcio, si va nella pancia profonda dell’Italia.

La nazionale no, è come la mamma, non si tocca e questo vale il doppio per uno che, come Berlusconi, ha costruito il suo movimento politico e ha battezzato il suo primo partito con quella magica invocazione , “Forza Italia”, e ha colorato di azzurro, come la nazionale, i suoi seguaci.

La scoperta è avvenuta dopo un nuovo incidente che può costare alla Lega un bel po’ di simpatie e che è avvenuto durante la partita Italia-Paraguay, per colpa questa volta di Radio Padania.

Dopo la rete realizzata dal  difensore sudamericano Antolin Alcaraz, l’emittente della Lega, Radio Padania Libera, ha mandato in onda questa esplosione di gioia da parte del conduttore, Roberto Ortelli: “Abbiamo fatto gol!”. Il conduttore ha aggiunto subito dopo in totale frenesia: “Grazie a Cannavaro  che si è fatto sovrastare dal centravanti paraguaiano!”. (Guarda il video)

Per gli ultrà leghisti Cannavaro, oltre a quella intrinseca di essere napoletano, ha una ulteriore colpa, quella di avere detto che parte dei premi eventualmente vinti sarà devoluta al comitato per le celebrazioni di 150 anni dell’Unità d’Italia in polemica con il leghista Roberto Calderoli. Per giunta sta per trasferirsi a Dubai, dove sarà probabilmente strapagato. Così, alludendo a uno verso dell’Inno nazionale, un ascoltatore padano ha commentato che Cannavaro “è pronto alla morte con quello che prende a Dubai”.

Quella di Radio Padania Libera è la seconda gaffe della Lega nel giro di pochi giorni, dopo che l’ex ministro dell’Agricoltura Luca Zaia, attuale presidente della Regione Veneto, ha fatto suonare, prima dell’inno di Mameli, cioè l’inno nazionale italiano, il coro del Nabucco, il mitico “Va’ pensiero”, anzi, secondo alcuni, nemmeno lo avrebbe fatto suonare.

Sono delle sciocchezze che se sono perpetrate certamente mandano in visibilio gli estremisti militanti, ma che rischiano di inquinare, presso i numerosi benpensanti e moderati di quelle terre, democristiane nel Dna, il patrimonio di consensi e di stima che la Lega ha accumulato con il suo lavoro nel territorio.

Per il pubblico delle sue valli, invece, è miele: alle parole di Ortelli hanno fatto roboante eco gli altri presenti. Quando l’Italia ha pareggiato con De Rossi, la gioia si è smorzata. Gli strascichi delle polemiche degli ultimi giorni sono ancora caldi.

Claudio Marchisio che avrebbe cantato l’Inno di Mameli aggiungendo l’aggettivo ‘ladrona’ a Roma è il preferito dagli ascoltatori di ‘Teste di calcio”, la trasmissione che la radio leghista ha deciso di dedicare alle partite dell’Italia.

Ecco alcune testimonianze di ascoltatori:  “Marchisio dovrebbe giocare nella Padania non nell’Italia” dice Johnny. “Fatelo sentire mentre canta l’inno”, suggerisce un sms, mentre altri ascoltatori al posto di Fratelli d’Italia suggeriscono di mettere “Il ballo del qua qua” o il canonico Va’, pensiero”.

Al gol di Antolin Alcaraz, “Vamos, vamos”, ha commentato Igor da Milano, che seguiva il match contro il Paraguay da una sede della Lega Nord e ha invitato “tutti a venire qui per le prossime partite”.

Il padanismo è unisex, non sono solo uomini a chiamare la radio. Adriana telefona per dire che tifa “solo Padania libera da tutti gli italiani con il tricolore in testa”. Poi chiama Lorenzo, interista, che pur di non guardare la partita ha portato “a pascolare il cane che si chiama Ambroeus”.

Un altro ascoltatore ha detto: “Io non tifo per quelli lì. Tifo Lumezzane e Milan e se vince il Paraguay sono contento”.

Gli fa da spalla l’eurodeputato Matteo Salvini: “Non c’e nessun articolo della Costituzione che obbliga a tifare per qualcuno. Noi tifiamo per chi gioca meglio”.

Quando la partita si è chiusa sul pareggio, Roberto Ortelli, il conduttore, commenta soddisfatto: “Abbiamo messo il primo tassello nel nostro cammino gufatorio”, osserva Ortelli.  L’appuntamento è per domenica prossima, giorno di Pontida, per il match contro la Nuova Zelanda.

La reazione di Marcello Lippi alle domande di un paio di giornalisti sulla radio leghista è stata sprezzante, anche troppo: “Radio Padania? Non me ne frega niente. Ma che cavolo me ne frega e poi perché vi abbassate fino a questo livello? Siete giornalisti di alto livello. Non dovete scendere così in basso con queste domande…”.

Nessun giornalista ha trovato necessario replicargli che non tocca a lui stabilire quali domande gli debbano essere rivolte. Se giustamente fa scandalo Berlusconi quando va fuori registro, Lippi non è esonerato da rispettare le regole della buona creanza e del rispetto dei giornalisti, che in realtà, a sentirli alla tv, apparivano tutti piuttosto appecoronati.