Calcio scommesse, Quadrini attacca: “La Figc sapeva tutto da maggio”

Pubblicato il 9 Giugno 2011 - 14:28 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Prima si è difeso dicendo di essere estraneo alle scommesse, di aver denunciato tutto in tempi non sospetti (inizio maggio). Poi, il calciatore del Sassuolo Marco Quadrini ha sganciato la “bomba”: “La Figc sapeva tutto”. Lo sapeva, a detta del suo avvocato Massimo Ciardullo,  almeno dall’8 maggio, giorno in cui, dopo aver ricevuto una telefonata “strana” da un allora sconosciuto Massimo Erodiani.

“L’8 maggio scorso – racconta l’avvocato uscendo dalla procura di Roma dove il calciatore è stato ascoltato nella mattinata di giovedì 9 giugno – denunciai del tentativo di estorsione a danno di Quadrini depositando l’atto alla Procura della Figc. Spiegai che si era in presenza di un fatto gravissimo e che esisteva una banda che era dedita alle scommesse”.

“A nostro parere – affonda l’avvocato  – la Figc sarebbe potuta intervenire subito, prima che questo scandalo fosse scoperchiato dall’attivit… della magistratura ordinaria”.

Da allora, però, non è successo nulla. Almeno a livello sportivo, almeno fino a quando non si è mossa la procura di Cremona allertata, però, da una denuncia della squadra locale.

I fatti risalgono a fine aprile: Quadrini riceve una telefonata da Massimo Erodiani, il titolare di un’agenzia di scommesse a Pescara al momento tra gli arrestati, in cui gli venivano chiesti dei soldi per una scommessa andata male. Quadrini, all’oscuro di tutto, andò in Procura a presentare un esposto senza però informare la sua società, ovvero il Sassuolo.

Erodiani, scrive il Secolo XIX, in quella telefonata aggiunse che  “se lui (Quadrini, ndr) non era a conoscenza di questa storia, era stato il sig. Marco Paoloni a metterlo nei casini”.

Il calciatore, poi, ha spiegato che a suo giudizio Siena-Sassuolo, una delle partite fulcro dell’inchiesta di Cremona, fu regolare.