Roger Federer oltre la leggenda, ottavo trionfo a Wimbledon

Pubblicato il 16 Luglio 2017 - 17:00 OLTRE 6 MESI FA
Roger Federer nella leggenda, ha vinto il suo ottavo Wimbledon (foto Ansa)

Roger Federer nella leggenda, ha vinto il suo ottavo Wimbledon (foto Ansa)

WIMBLEDON (GRAN BRETAGNA) –  Leggenda, intramontabile, il “piu’ grande”, come solo Alì: non ci possono essere altri aggettivi per raccontare Roger Federer, oggi vincitore per l’8/a volta a Wimbledon, per di più a 36 anni, record di longevità per coloro che hanno alzato il trofeo sull’erba londinese. Le sue lacrime dopo la vittoria danno il senso dell’impresa che forse nemmeno lui si aspettava. Federer è davvero la storia del tennis, un fenomeno unico, come ha dimostrato anche oggi. E tutto questo dopo che a fine gennaio era stato capace di rientrare nel circuito Atp dopo sei mesi di stop, vincendo subito gli Australian Open.

In una finale epica aveva battuto la sua nemesi, ovvero Rafa Nadal, l’unico ‘terrestre’ che nei confronti diretti col fenomeno svizzero può dire di essere in vantaggio. “Il re e’ tornato”, erano stati i titoli per lo svizzero dopo Melbourne ma la verità è che King Roger non se ne era mai andato, perchè è uno dei pochi sportivi al mondo a vincere sempre e comunque (sono 93, con oggi, i tornei vinti), idolo e mito ai quatto angoli del globo, che tutti rispettano, tifano, ammirano. C’e’ riuscito giocando e ammaliando per una vita: oggi l’ha fatto 16 anni dopo quel suo primo e quasi anonimo trionfo a Milano, sempre regalando un tennis meraviglioso, quasi senza tempo. Portandosi dietro emozioni che solo le opere d’arte sanno regalare, facendo vedere il tennis che tutti vogliono vedere: sublime. Oggi ha trionfato nel “torneo dei tornei” per l’8/a volta in carriera, cinque dopo l’ultimo successo, non perdendo neppure un set e macinando un altro record: è il più anziano vincitore sull’erba londinese, il più longevo in uno slam nell’era Open dopo Ken Rosewall.

E’ troppo…Tutto questo è magico, aver raggiunto queste altezze e’ qualcosa di incredibile. Questa è la nostra vittoria, dico grazie alla famiglia”, ha detto lo svizzero provando a spiegare l’ennesimo exploit. Dove un posto d’onore spetta alla moglie Mirka: “Io non sarei quello che sono senza Mirka” ha dichiarato più volte la leggenda di Basilea che dall’ex tennista ha avuto 2 coppie di gemellini, Chalerne Riva e Myla Rose 7 anni fa, Leo e Lenny cinque anni dopo, oggi tutti presenti all’All England Club. Residente nella piccola cittadina di Wollerau, solo dalla racchetta ha vinto premi per 100 milioni ma e’ anche uno dei testimonial piu’ ambiti al mondo (che gli ha permesso di decuplicare gli introiti), nonchè ambasciatore Unicef.

Rispetto a Djokovic, Murray, Nadal che giocano a tennis con una regolarità e una precisione disarmanti, ‘King’ Roger il tennis lo crea e sta forse tutta qui la diversità col ‘resto del mondo. I miti del passato (Sampras, Borg, Rosewall, Connors, McEnroe e Lendl) hanno vinto tanto e segnato lam loro epoca, a qualcuno (Laver) è riuscito qualcosa che a Federer non è riuscito di fare (il grande Slam), ma lo svizzero è stato un’altra cosa. Alla fine del 2016 per la prima volta dopo 14 anni era scivolato fuori dai top ten: col trionfo londinese risalirà al 3 posto Atp.

A Melbourne si era presentato dopo sei mesi di stop per l’infortunio al ginocchio, sembrava ormai tutta scritta la sua storia e la sua immensa carriera, ma quando c’e’ di mezzo un fuoriclasse non sai mai quello di cui e’ capace. Lo hanno dimostrato i successi a Indian Wells e Miami, prima di decidere di ‘saltare’ Parigi proprio per preparare al meglio la stagione sull’erba (vincendo il torneo di Halle). I suoi numeri nel 2017 sono mostruosi: due Slam nell’arco di appena sei mesi, a distanza di quasi cinque anni dall’ultimo ‘Championships’. Da allora aveva collezionato cinque semifinali e tre finali (Wimbledon 2014 e 2015 e US Open nel 2015).

In totale vanta 29 finali nei Major con un bilancio di 19 successi (8 Wimbledon, 5 US Open, 5 Australian Open, 1 Roland Garros) e 10 sconfitte. Ma al di la’ dei numeri, il fenomeno di Basilea è amato perchè in campo dipinge tennis come su una tavolozza e rende tutto indimenticabile. Ha gia’ vinto tutto, è già nella Storia ma è riuscito ancora a scrivere altre pagine indelebili, chiudendo in bellezza e oggi commuovendosi anche un po’.