Calciomercato Roma, Falcao: “Totti vieni a giocare da me”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Marzo 2016 - 19:46 OLTRE 6 MESI FA
Calciomercato Roma, Falcao sogna il colpo Totti per il suo Recife (foto Ansa)

Calciomercato Roma, Falcao sogna il colpo Totti per il suo Recife (foto Ansa)

ROMA – Calciomercato Roma, Falcao invita Totti a chiudere la carriera in Brasile.
Falcao “Il Divino”,
uno dei calciatori più forti nella storia della Roma e della Nazionale Brasiliana, è stato intervistato in esclusiva da Giancarlo Dotto per Dagospia. L’ex calciatore, adesso allenatore dello Sport di Recife, ha invitato Francesco Totti a termine la carriera in Brasile, dove sarebbe un idolo indiscusso per il suo estro e la sua tecnica. Il sogno di Falcao sarebbe quello di allenare l’attuale capitano e numero dieci dell’As Roma.

Riportiamo di seguito, parte dell’intervista di Dagospia, a cura di Giancarlo Dotto, al “Divino” Falcao.

Che ci fa il divino Falcao a Recife, nel profondo nord, mentre i divini Rolling Stones sono in concerto a Porto Alegre, la tua città, nel profondo sud?
“Da fine settembre alleno lo Sport di Recife ma, confesso, non so se sarei andato al concerto. Sono un beatlesiano convinto. I Rolling fanno troppo rumore”.

Alleni con grandi risultati. Mi sono informato. Quando sei arrivato tu, lo Sport veniva da un filotto meschino, tredici partite, sette perse, cinque vinte, una pareggiata.
“Tanto per darti un’idea, siamo arrivati sesti alla fine, a un punto dall’Internacional e tre punti dal San Paolo, squadre che hanno un budget quattro volte il nostro”.

Hai sfiorato la qualificazione alla Coppa Libertadores.
“Mancata per colpa di arbitraggi scandalosi”.

Tutto ciò mi ricorda qualcosa. La tua Roma e la Juventus di Boniperti. Tutto torna.
“Anche qui da noi il potere conta e condiziona il calcio”.

Nella testa di molti, a cominciare da Nils Liedholm, Paulo Roberto Falcao era nato per diventare un guru della panchina.
“Nella mia testa c’è sempre stata l’idea precisa di fare l’allenatore, cominciando dalla Selecao”.

Così è stato.
“Avevo appena 37 anni. Un’anomalia. Non l’unica. L’altra era che non volevo fare le cose troppo facili, pescare tra i grandi nomi conclamati. Volevo esplorare talenti nuovi”.

Così è stato. Falcao tende a realizzare i suoi desideri.
“Qualche nome? Cafu, Leonardo, Mauro Silva, Marcio Santos, tra quelli che conoscete di più in Italia”.

Esperienze anche altrove con i club.
“In Messico con l’America arrivo alla finale della prestigiosa Concacaf, la coppa centro americana. Vinco con l’Internacional e poi mi faccio un anno in Giappone con la loro nazionale”.

Sembrava una storia già scritta, con l’inevitabile sbarco da allenatore in qualche prestigioso club europeo, e invece…
“Mi fermo. Volevo starmene un po’ a Porto Alegre, a casa mia, per questioni personali. Mi dedico alla moda e alla televisione. Faccio l’opinionista per la Globo. Con buoni risultati, dicono”.

Falcao è un perfezionista patologico. Tende a fare bene quello che fa. Ma…
“Mi mancava qualcosa. L’adrenalina da campo. La passione della sfida. Il calcio non è due più due uguale quattro. Il calcio è una somma di variabili, alcune delle quali sfuggono al tuo controllo”.

L’altro imperatore della Lupa, Francesco Totti. E’ in crisi con la sua Roma e dunque con la sua storia.
“Ho incontrato una volta sola Totti, nello spogliatoio dell’Olimpico, in una partita rievocativa. Ci siamo guardati e d’istinto ci siamo abbracciati. Lui mi ha detto, molto genuino: “Paolo, è la prima volta”.

Il tuo Francesco Totti.
“Uno dei più grandi del calcio italiano. Unico nel suo genere. Può giocare ovunque. Avrebbe vinto sicuro un Pallone d’oro almeno se la Roma si fosse aggiudicata una Champions”.

Hai saputo dell’incidente con Spalletti? Vissuto come un sacrilegio in una città quasi più tottista che romanista. Tutto il mondo ne ha parlato.
“Dico solo che il problema deve essere risolto con il dialogo per il bene di tutti. Questa storia danneggia la Roma. E questo non va bene”.

Lui vuole giocare un altro anno. Ne discute con Pallotta in questi giorni.
“Luciano Spalletti è un grande allenatore, mi piace molto, Totti è la storia della Roma, i due devono dialogare”.

Le versione di Falcao. Il mito appartiene a e stesso o alla gente? E’ giusto ostinarsi e trascinarsi quando le risorse ti abbandonano, offuscando una storia esemplare?
“Francesco deve essere felice della sua scelta. Ha acquisito questo diritto. Solo lui può decidere, nessuno può intromettersi”.

Tu al suo posto?
“Io ho smesso a quasi 33 anni. Avrei continuato se mi fossi reso conto di essere utile anche in minima parte al campo o allo spogliatoio. Ma oggi il calcio è cambiato, si dura di più”.

Hai smesso per il ginocchio?
“Assolutamente no. Stavo bene. Non avevo più voglia. Feci solo un pensierino quando mi chiamò nell’86 Maradona che mi voleva al Napoli. A Roma non potevo più tornare”.

Cosa non andò?
“Non c’erano i tempi tecnici per chiudere l’affare e io dentro ero ancora troppo romanista”

Si parla per Totti di un’esperienza negli Stati Uniti. Come sarebbe invece un finale di carriera brasiliano per Francesco?
“Sarebbe un grande finale di carriera. Il calcio brasiliano adora i giocatori tecnici come lui”.

E nella tua squadra?
“Una meraviglia. Premessa: spero per lui, per la gente e per la Roma che trovino l’accordo giusto. Non dovesse accadere, dico a Francesco: vieni con me da maggio a dicembre per il prossimo campionato”.

Come lo faresti giocare?

“Gli darei un pezzo di campo, probabilmente l’area di rigore, e gli direi: qui tu sei il dominatore”.

Sensazionale, quasi da auspicare: i due imperatori, Falcao e Totti, le due leggende del calcio romanista che si ritrovano in un altrove inimmaginabile.
“Per Francesco sarebbe come ritrovare, con me, un pezzo di Roma. Ci siamo anche con uno dei due colori sociali. Il rosso c’è. E il numero dieci, naturalmente, sarebbe suo”.