Serie A, Napoli aggancia Juve in vetta alla classifica. Inter in crisi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Settembre 2018 - 20:04 OLTRE 6 MESI FA
Serie A, Napoli aggancia Juve in vetta alla classifica. Inter in crisi

Serie A, Napoli aggancia Juve in vetta alla classifica. Inter in crisi (Ansa)

NAPOLI – Ancelotti ride perché contro la Fiorentina il Napoli ha centrato la terza vittoria in quattro partite e, in attesa di Juventus-Sassuolo di domani, ha agganciato i bianconeri in vetta alla classifica del campionato. Spalletti piange perché l’Inter ha perso in casa contro il Parma raccogliendo la miseria di quattro punti in altrettante partite di campionato. I nerazzurri stanno disputando un campionato mediocre e sono già lontanissimi dalla vetta.

Ancelotti aggancia la Juve con super Insigne

Il Napoli batte la Fiorentina grazie a un lampo di classe Milik-Insigne, quasi al termine di una gara con scarse emozioni, tra due squadre che devono ancora lavorare molto. Ancelotti, in vista della prima gara di Champions League a Belgrado, conferma il turn over e stavolta tiene fuori Milik e Albiol, mandando dentro Mertens e Maksimovic. Cambio anche in porta con Karnezis che ritrova la maglia da titolare.

Pioli conferma il suo 4-3-3, puntando su Chiesa e Simeone e sulla velocità di Eysseric. La partita, in un San Paolo per pochi intimi e con curve semideserte per protesta contro il caro biglietti, è lenta. Il Napoli tiene palla ma non punge, con Milenkovic e Biraghi che coprono bene le ampiezze e Hamsik che continua a balbettare in impostazione. La Fiorentina aspetta di colpire in contropiede, con Chiesa e Eysseric pronti a schizzare, almeno fino a che non vanno a sbattere contro Koulibaly.

La prima occasione è per i viola con Veretout che ci prova da lontano e impegna Karnezis in tuffo. La risposta arriva al 20′ con Insigne che di prima devia un bell’assist di Hamsik sfiorando il palo. Lorenzinho però non incide in un tridente in cui Ancelotti permette a lui e Mertens di scambiarsi spesso di posizione, con il belga che staziona a lungo sulla fascia lasciando a Insigne la corsia centrale.

L’ultimo brivido lo regala Chiesa che sul finire di tempo ruba palla ad Allan al limite e tira fuori di poco. Nella ripresa il ritmo rallenta, il Napoli non indovina molte linee di passaggio, la Fiorentina tampona con ordine e cerca di farsi vedere con le incursioni di Chiesa, che però non trova sponda da un Simeone inconsistente. Le emozioni sono pochissime. Ci prova Mertens ma tira alto e subito dopo lascia il posto a Milik.

Nulla muta nell’attacco del Napoli in cui Insigne conferma di essere in un periodaccio, ma Ancelotti lo tiene in campo e a metà ripresa sceglie di mandare dentro Ounas per Callejon. Pioli di gioca la carta Dabo ma il finale di partita è per il tentativo di forcing del Napoli, con un paio di conclusioni sbilenche di Allan e Hamsik.

La Fiorentina tenta di addormentare il match ma il Napoli trova un duetto che risolve il match: Milik al limite trova un assist al bacio per Insigne che non sbaglia dal centro dell’area e riscatta la sua prestazione, prendendosi gli applausi del San Paolo.

Dimarco ex al veleno, Parma fa festa a San Siro

L’Inter crolla ancora e rischia di abbandonare subito il sogno di lottare alla pari con la Juventus in campionato. Il Parma espugna San Siro con un gol dell’ex Federico Dimarco, complice il solito Samir Handanovic, e lascia i nerazzurri in classifica a soli quattro punti dopo altrettante gare. Un avvio traumatico, anche perché domani gli uomini di Luciano Spalletti possono trovarsi già a -8 dai bianconeri e dalla vetta. Proteste dell’allenatore interista che reclama un rigore per un tocco con il braccio di Dimarco.

Testa probabilmente già alla sfida di Champions di martedì con il Tottenham, ma non può essere solo questo. Perché l’Inter vista al Meazza è una squadra lenta e senza la capacità di far male ad una difesa organizzata come quella del Parma. Spalletti mischia le carte con un turnover che non porta alcun effetto. Il toscano punta a sorpresa su Candreva e Dalbert, lasciando in panchina Politano, Asamoah e Icardi.

Al suo posto Keita. Ma né le riserve né i titolari riescono a venirne a capo. Il modulo è il classico 4-2-3-1, ma in campo si è vista un’Inter lenta, poco efficace sulla trequarti e non incisiva in attacco. Oltre venti tiri in porta non danno l’idea esatta dell’andamento di una partita che andava chiusa subito e senza troppi patemi. Flop di Keita, ancora lontano dall’intesa con i compagni.

Non fa meglio Mauro Icardi, entrato a inizio ripresa e ancora a secco in questo avvio di campionato. Anzi, l’attaccante nerazzurro ha pure sprecato due occasioni a pochi passi della porta. Primi grattacapi per Spalletti che non riesce a trovare la sua formazione ideale: in ogni caso quello che manca è il gioco. Non sono bastati nemmeno la nuova terza maglia e i biondi capelli di Brozovic ad animare il centrocampo e la manovra, lenta e compassata per troppi minuti. Le folate ci sono state, ma il Parma le ha controllate quasi sempre senza andare nemmeno in affanno.

Davanti ai circa 60mila di San Siro, il copione della partita è stato chiaro fin da subito, con i nerazzurri a gestire il possesso senza avere grandi idee. L’Inter spinge soprattutto dalla mezz’ora in poi, quando arrivano le occasioni pericolose. Al 17′ Perisic, tra i più attivi in avvio, non trova la porta con un mancino al volo su cross di Candreva. Al 27′ sfiorano il vantaggio D’Ambrosio e Skriniar, che su corner non trovano la deviazione a pochi passi dalla porta a Sepe battuto.

Ci provano dalla distanza Nainggolan, Brozovic e lo stesso Perisic, ma il portiere gialloblu risponde sempre presente. A sbloccare il risultato nella ripresa è stato così il Parma, in una delle sue poche sortite offensive. Al 34′ Dimarco, terzino di scuola Inter, ha trovato il suo primo gol in Serie A con un mancino dalla distanza che si è infilato nel sette con Handanovic immobile e colpevole.

Dimarco è stato decisivo anche in occasione di una deviazione sulla linea su una conclusione di Perisic: un intervento con il braccio, ma il Var non ha confermato. Al Meazza finisce così con i tifosi delusi e qualche fischio, anche perché l’Inter non trova la vittoria in casa da quattro partite di fila (compresa la scorsa stagione). Non un buon viatico per l’imminente sfida di Champions con il Tottenham.