Spalletti fischiato Totti commosso. Roma, il giorno più nero

di Ermete Trismegisto
Pubblicato il 21 Febbraio 2016 - 21:51 OLTRE 6 MESI FA
Spalletti fischiato Totti commosso. Roma, il giorno più nero

Spalletti fischiato Totti commosso. Roma, il giorno più nero

ROMA – Spalletti fischiato Totti commosso. Roma, il giorno più nero. Nella giornata più lunga e in un certo senso più dolorosa degli ultimi 30 anni i tifosi della Roma (almeno i pochi che ancora vanno allo stadio) hanno scelto Francesco Totti. Scelta di cuore e non di testa, scelta in un certo senso ovvia e obbligata. Francesco Totti è della storia della Roma il giocatore indiscutibilmente più forte: ha macinato record, in questi 25 anni, che difficilmente saranno battuti. E così, al nome di Luciano Spalletti, che pure per i tifosi della Roma fino a ieri era una specie di “santone”, sono piovuti i fischi. Ovazione, invece, per Francesco Totti che allo stadio si è presentato, nonostante sia stato escluso questa mattina dai convocati, per accomodarsi in tribuna nel box che in questi ultimi anni troppo spesso l’ha ospitato, il box dove vede le partite quando è infortunato o indisponibile. Al coro dei tifosi Totti, forse anche per lo stress di 48 ore durissime, si commuove e non riesce a nascondere le lacrime.

Un lungo giorno. La giornata più lunga e più difficile della storia della Roma inizia a metà mattinata in quel di Trigoria. Luciano Spalletti dopo una notte che non ha sedato la rabbia per le parole di Francesco Totti al Tg1 convoca il capitano e gli dice che può tornarsene a casa. Il senso del discorso, almeno quello che la società fa trapelare, è che Totti non è sereno, le sue parole possono creare problemi anche ai compagni di squadra, e quindi deve fare i bagagli e tornarsene a casa. Totti non può che obbedire. E tornarsene a casa.  Spalletti fa forse la sola cosa che può fare. Come giustificare davanti al gruppo la presenza nel gruppo di un giocatore che lo ha attaccato solo qualche ora prima sul tg più seguito della tv di Stato? Eppure Spalletti, nel momento in cui spedisce Totti a casa, sa che scatenerà il putiferio. E che i tifosi di quella Roma dove lui è tornato perché “è bellissimo allenare qui”, gli faranno passare un giorno di inferno. E che non basterà battere il modesto Palermo e vincerne cinque di fila in campionato per tornare a parlare di calcio.

Perché quell’ordine dato dal tecnico al capitano sancisce di fatto l’esplosione di una crisi forse insanabile. La notizia rimbalza sui siti internet di tutto il mondo, si guadagna posizioni ben visibili su Le Monde, sul Daily Mirror, oltre che ovviamente su quelle dei principali giornali italiani. Perché Totti che rompe con la Roma e la Roma che lascia Totti a casa è un po’ come se la Roma rompesse con se stessa. In città non si parla d’altro per tutto il giorno. Ci si divide, sul web nascono gli #hashtag contrapposti: #iostocontotti e #iostoconspalletti. Ci sono i tottiani, gli spallettiani (pochi), quelli che dicono “è comunque colpa della società”, quelli che, invece, lucidamente, colgono il punto. Il punto è la ferita, la profonda tristezza di una giornata in cui la Roma si presenta al campo lasciando a casa per punizione una parte di se stessa.

Deve riflettere Spalletti. E deve riflettere anche Totti. Perché al di là delle amarezze personali e legittime essere capitano è prima di tutto mettere davanti quello che si rappresenta. Difficile pensare che in tutto questo c’entri un banale rinnovo di contratto. La questione è più profonda e la sensazione è che, in tutta la faccenda, ci siano cose che al momento non è dato sapere. Francesco era in panchina anche con Rudi Garcia. Giocava poco anche prima dell’infortunio. E quindi se il capitano ha scelto consapevolmente di scatenare un terremoto in un ambiente che faticosamente stava riguadagnando una parvenza di normalità ci deve essere dell’altro.

La società, intanto, ha fatto sapere che il capitano domani mattina (lunedì 22, ndr) sarà regolarmente al campo agli ordini di Spalletti. Da qui a dire incidente chiuso passano anni luce. La questione, aspettando che il presidente James Pallotta si degni di arrivare a Roma, è tutt’altro che chiusa. Perché a proposito di persone che debbono riflettere c’è anche Pallotta. Nel pomeriggio, mentre il mondo ribolle finalmente arriva una dichiarazione. E’ laconica, e sembrano le parole di uno che non sa di cosa si stia parlando. “Totti cosa intendi per mancanza di rispetto?” dice Pallotta. Per trattare con il giocatore più importante della storia della Roma, onestamente, serve di più.

Totti si commuove

Totti si commuove