Svolta F1, Liberty Media compra circus. Bernie Ecclestone resta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Settembre 2016 - 23:59| Aggiornato il 8 Settembre 2016 OLTRE 6 MESI FA
Svolta F1, Liberty Media compra circus. Bernie Ecclestone resta

Svolta F1, Liberty Media compra circus. Bernie Ecclestone resta – FOTO ANSA

NEW YORK – Svolta nel circus della Formula Uno, con l’accordo per l’acquisto del gruppo da parte del colosso americano della comunicazione Liberty Media del magnate John Malone, il ‘rivale’ di Rupert Murdoch. Quel Murdoch che a sua volta aveva tentato il ‘colpo’ ma si era dovuto arrendere di fronte al ‘no’ di Bernie Ecclestone. L’ottantacinquenne patron inglese del circuito restera’ comunque ancora in sella per alcuni anni come amministratore delegato. Mentre la presidenza andra’ all’ex numero due della 21st Century Fox Chase Carey. L’operazione prevede in particolare un acquisto iniziale da parte di Liberty Media di una quota del 18,7% del gruppo Formula Uno, per un valore di 4,4 miliardi di dollari. La piena acquisizione avverra’ quando l’accordo sara’ definitivamente chiuso, per un valore complessivo che – secondo i media – potrebbe aggirarsi su un valore tra i 6 e gli 8 miliardi di dollari. Il tutto – si prevede – entro il primo trimestre del 2017. Ancora nel dettaglio Libertry Media – riporta la Cnbc – dovrebbe pagare 1,1 miliardi di dollari in contanti, 131 milioni di dollari in azioni del gruppo di comunicazione e 351 milioni sotto forma di debito emanato dalla stessa Formula Uno. A spiegare il cambio di proprieta’ lo stesso Ecclestone che da 40 anni guida il circus e che non pare intenzionato ancora a farsi da parte: “Restero’ ancora per almeno altri due, tre anni – spiega in una intervista alla Associated Press – prima di cominciare a tirare i remi in barca”. Eppure la svolta arriva dopo anni di critiche sulla gestione proprio di Ecclestone, ritenuto da molti responsabile di un continuo calo di ascolti e di una mancata modernizzazione del circus attraverso l’uso dei social media. Ma anche accusato di aver fatto sbarcare la Formula Uno in Paesi sulla ‘lista nera’ del mancato rispetto dei diritti umani e di distribuire i fondi in maniera ingiusta e faziosa tra i vari team. Gli estimatori sottolineano invece come sotto la guida dell’ex venditore di automobili la Formula Uno da una piccola realta’ negli anni ’70 si e’ trasformata in un business globale da quasi 2 miliardi di dollari l’anno, con un seguito di 400 milioni di appassionati.