Ultras incontro al Senato. C’è il condannato Bocia

di Ermete Trismegisto
Pubblicato il 7 Aprile 2016 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA
Ultras incontro al Senato. C'è il condannato Bocia

Ultras incontro al Senato. C’è il condannato Bocia

ROMA – Senato della Repubblica, mercoledì sei marzo. Arrivano gli ultrà e una delegazione di senatori li riceve. Tra quegli ultrà, gruppi organizzati di tifosi di calcio e non solo, c’è anche Claudio Galimberti, detto “Bocia”, uno dei capi ultrà dell’Atalanta. Ecco, in un’Aula del Senato è andato in scena proprio questo. Da una parte del tavolo i vari Vito Crimi (M5s), Gian Marco Centinaio, (Lega Nord), Loredana De Petris e Paolo Cento (Sel) e  Mario Tullo (Pd). Dall’altra parte del tavolo Bocia. Uno che va a incontrare le istituzioni con quello che la Gazzetta dello Sport non senza sarcasmo definisce curriculum. Ricorda la Gazzetta che Galimberti è un signore che ha

accumulato nove Daspo tanto che da parecchi anni non può mettere piede in uno stadio, che è stato condannato a tre anni per lesioni e che dalle 22 alle 6 non può uscire dalla sua abitazione di Bergamo perché sorvegliato speciale

Eppure Bocia c’era. E lui come altri, come racconta Alessandro Catapano, ha spiegato ai senatori:

il “programma” che gli ultrà italiani, stanchi di essere sottoposti alle misure restrittive disposte per arginare le loro violenze, vorrebbero inserire in un disegno di legge che qualcuno, sulla scia di una sentenza della Cassazione, sta seriamente pensando di scrivere, incentrato ufficialmente sull’abolizione del doppio Daspo, cioè la misura che oggi consente di sommare al Daspo disposto dal Questore quello, in caso di condanna, del magistrato. Com’era prevedibile, si è andati oltre, e la conferenza ha finito per fare da cassa di risonanza a tutte le richieste ultrà: no alle barriere nelle curve, al divieto di petardi, fumogeni, striscioni non autorizzati; sì alla modifica degli articoli 8 e 9 della legge numero 41 del 2007, no alla tessera del tifoso (al massimo facoltativa), no alle multe per chi cambia posto… Sono i motivi per cui gli ultrà di Roma e Lazio, da mesi, disertano l’Olimpico.

Sia chiaro. All’incontro non c’era solo Bocia e di certo non per dare visibilità all’atalantino è stato organizzato. C’erano

gli esponenti del San Donà (rugby) e della Fortitudo Bologna (basket), infatti, c’era la “crema” del movimento ultrà italiano: Arezzo, Ascoli, Atalanta, Avellino, Bari, Brescia 1911, Bologna, Cavese, Cesena, Fasano, Genoa, Lazio, Milan, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Reggiana, Sampdoria, Ternana, Udinese, Venezia, Vicenza. Una folta delegazione riunita dagli avvocati Giovanni Adami e Lorenzo Contucci, che ha avuto accesso al Senato, in una sala prenotata personalmente da Vito Crimi, ex capogruppo grillino, quello – lo ricorderete – che al fianco di Beppe Grillo dettava le condizioni del Movimento Cinque Stelle al “povero” Bersani.

Certo la presenza di Bocia ha suscitato scalpore e proteste. E l’indignazione anche della Gazzetta dello Sport. Solo qualche settimana fa, infatti, una cinquantina di tifosi dell’Atalanta proprio per difendere l’ultrà si sono presentati davanti alla sede del quotidiano e hanno verbalmente offeso in modo ripetuto un giornalista del quotidiano, Sebastiano Vernazza.