Wanda Nara, libro Mauro Icardi sarà ritirato. Ma lei su Instagram…

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Ottobre 2016 - 15:09 OLTRE 6 MESI FA
Wanda Nara, libro Mauro Icardi sarà ritirato. Ma lei su Instagram...

Wanda Nara, libro Mauro Icardi sarà ritirato. Ma lei su Instagram…

MILANO – Il libro di Mauro Icardi, l’autobiografia che ha fatto imbestialire gli ultras dell’Inter, sarà ritirato. E non perché le vendite vadano male, anzi. Ma perché dovrà essere emendata proprio quella parte che il capitano della squadra ha dedicato a un episodio molto contestato avvenuto allo stadio. L’Inter alla fine ha trovato un accordo che soddisfa tifoseria e calciatore ma la difficile riappacificazione è stata messa a rischio da Wanda Nara.

La signora Icardi si è infatti vantata su Instagram delle vendite del libro del marito, secondo su Amazon solo a Harry Potter.

Mauro Icardi resta capitano dell’Inter, ma a un patto: toglierà dalla sua autobiografia la parte relativa allo scontro con gli ultras (con relativi insulti ai tifosi nerazzurri) che ha fatto infuriare la Curva Nord di San Siro. E’ questo l’esito del vertice tra il calciatore e la delegazione di dirigenti nerazzurri. Il giocatore dovrà pagare anche una multa: sono le decisioni prese dalla società nerazzurra al termine di un summit. Presenti il giocatore, l’allenatore De Boer e i dirigenti Gardini, Zanetti e Ausilio. “Mi scuso e mi impegnerò perché queste pagine non ci siano più in modo che nessuno possa sentirsi offeso, tradito e minacciato. Ho parlato con la società e abbiamo chiuso questa brutta parentesi e tutti insieme abbiamo un solo obiettivo: il bene dell’Inter”, avrebbe detto Icardi secondo quanto riportato da una nota dell’Inter che lascia al giocatore la fascia da capitano anche se la biografia sarà epurata dalle pagine riguardanti il post partita di Sassuolo-Inter del 1 febbraio 2015.

E cosa dicevano le pagine contestate? Questo il passaggio incriminato:

“I tifosi iniziano a urlare: ci chiamano sotto la curva. Trovo il coraggio di affrontarli, insieme a Guarìn. Mentre mi avvicino mi arrivano insulti e grida di ogni genere. Attaccato alla rete c’è un bambino che mi chiama: vuole la mia maglia. Per l’età che ha potrebbe essere mio figlio: mi tolgo la maglietta e i pantaloncini e glieli lancio, come regalo. È al settimo cielo e io sono contento di averlo visto felice”. Ed è proprio lì che scoppia il caso: “Un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell’istante non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: “Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Credi di essere forte?”. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo”. La dirigenza, racconta sempre Icardi, lo convince a un secondo confronto, ma la situazione non si placa e anzi l’attaccante rincara la dose. “Nessuno prima di me aveva mai trovato il coraggio di affrontare in modo così diretto la tifoseria, anzi i capi storici della tifoseria. Nello spogliatoio vengo acclamato come idolo”.