Belgio/ In una versione dell’opera Sansone e Dalila di scena la questione israelo-palestinese

Pubblicato il 7 Maggio 2009 - 19:17 OLTRE 6 MESI FA

Trasformare gli ebrei in filistei e gli israeliani in palestinesi. La provocazione è riuscita alla compagnia teatrale Opera Flanders con una versione di “Sansone e Dalila“, opera lirica in tre atti di Camille Saint-Saëns in scena in questi giorni ad Antwerp, in Belgio. L’opera, diretta dall’isrealiano Omri Nitza e dal palestinese Amir Nizar Zuabi, tenta di attualizzare l’antico mito ebraico con una delicata metamorfosi. La riletura è nata dopo una tavola rotonda al Teatro dell’Opera sul rapporto fra la politica e lo spettacolo: al dibattito hanno partecipato, oltre ai due direttori, il regista belga Guy Cassiers, il parlamentare europeo fiammingo Annemie Neyts e il critico del New York Times Michael Kimmelman.

Proprio lo scrittore, nella sua recensione al quotidiano americano, definisce l’opera tradizionale “Sansone e Dalila” come un «melodramma inoffensivo e scadente con una sola coppia di numeri da applauso»: al contrario dedica a questa versione della coppia Omri Nitza-Amir Nizar Zuabi un commento provocatorio ma molto stimolante sul fronte politico. Una scelta forte dei due registi per protestare contro l’occupazione israeliana. Secondo il critico, «trovare punti di contatto con il Medioriente odierno non richiede grande immaginazione».

Una rilettura del mito di Sansone e Dalila, interpretati in Belgio dagli attori Marianna Tarasova e Torsten Kerl, che descrive l’ortodossia religiosa ebraica come soggiogatrice, in un doppio gioco di forza contro i palestinesi.

Alessandro Marchetti
Scuola Superiore di Giornalismo Luiss