Romeo et Juliette: otto minuti di applausi alla Scala di Milano

Pubblicato il 7 Giugno 2011 - 00:42 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Otto minuti di applausi scroscianti e di 'bravo' hanno accolto il ritorno dell'opera Romeo et Juliette di Charles Gounod al Teatro alla Scala di Milano, assente da 77 anni.

L'entusiasmo e il fervore del pubblico sono andati tutti alla coppia di giovani protagonisti, la soprano georgiano Nino Machaidze e il tenore italiano Vittorio Grigolo, nonché al giovane maestro Yannick Nezet-Seguin, al suo debutto scaligero.

Grande apprezzamento anche verso il coro, mentre qualche 'boo' finale si è levato dal pubblico nei confronti del Conte Capuleti, padre di Giulietta, interpretato da Franck Ferrari.

I due acclamati protagonisti, 28 anni lei e 34 lui, hanno riportato al Piermarini la storia d'amore che per eccellenza celebra la bellezza e la freschezza della gioventù. E a dirigere una coppia cosi' precocemente affermata nel panorama della lirica (Nino è conosciuta anche per la sua bellezza, oltre che per bravura, tanto da essere soprannominata dai melomani 'l'Angelina Jolie dell'opera'), è stato emblematicamente un maestro altrettanto giovane che a 36 anni sta per prendere le redini della Philadelphia Orchestra, una delle 'big five' degli Stati Uniti.

L'opera in cinque atti del compositore francese Gounod, rappresentata per la prima volta a Parigi nel 1867, è giunta alla Scala dal Festival di Strasburgo, nell'allestimento del regista americano Bartlett Sher. Il sipario già aperto ha accolto gli spettatori in sala, conducendoli all'interno di un loggiato veronese, adorno solo di una slanciata colonna corinzia.

E' stata la potenza del coro a dare il via alla serata, con un prologo che ha raccontato la vicenda e l'odio fra le famiglie Montecchi e Capuleti, nello stile della tragedia greca. Il testo shakespeariano, traslato in dramme lyrique, ha preso vita in un'atmosfera settecentesca che ha spostato un po' avanti nel tempo l'infelice storia d'amore, complice la sontuosità dei costumi, ispirati al Casanova di Federico Fellini. Lieve e trasognante la prima parte, più drammatica la seconda, lo spettacolo ha seguito in crescendo l'innamoramento dei due protagonisti, fino alla loro morte finale.

Entrambi i cantanti hanno ricevuto applausi a profusione al termine delle rispettive arie e dei quattro duetti e hanno poi raccolto sorridenti l'approvazione finale stringendosi in un abbraccio, mentre Machaidze dispensava baci alla platea.