Shakespeare, quello vero, aveva scritto di più: scoperte sei “nuove” opere

Pubblicato il 18 Marzo 2009 - 19:00| Aggiornato il 22 Aprile 2014 OLTRE 6 MESI FA

Le prime opere di William Shakespeare non sono quelle che tutto il mondo ha finora creduto fossero, ma altre. E la loro scoperta, da parte di uno studioso inglese, confermerebbe un’altra cosa, che l’attore Shakespeare, realmente esistito, avrebbe fatto da prestanome al vero autore e che costui sarebbe un aristocratico dell’epoca, sir Henry Neville (altri invece propendono per il duca di Oxford).

Lo studioso, John Casson, un ricercatore indipendente da gruppi accademici e anche uno psicoterapista, sostiene di avere scoperto il primo vero sonetto di Shakespeare pubblicato, la prima commedia (“Mucedorus”) e le sue prime tragedie (“Locrine” e “Arden di Faversham”).

Secondo Casson, il vero Shakespeare (che in inglese vuole anche dire: agitare una lancia), prima di assumere questo pseudonimo, ne aveva un altro, Phaeton, con il quale firmò il primo sonetto che lo studioso  ritiene ora di avere scoperto.

Il ricorso a uno pseudonimo da parte di un nobile inglese, fosse Neville o fosse Oxford, si spiega con la necessità di evitare le ire di Elisabetta I,  il cui boia era un personaggio molto impegnato in quei tempi, per le pesanti allusioni a fatti e personaggi della politica dell’epoca, incluso il potentissimo primo ministro Lord Cecil. E il fatto che il misterioso autore abbia preferito Shakespeare a Phaeton è comprensibilissimo: Shakespeare era un uomo vero, in carne e ossa, quindi più credibile di un personaggio mitologico.