Bruno Vespa sbotta con Roberta Bruzzone Porta a Porta VIDEO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Febbraio 2016 - 15:42 OLTRE 6 MESI FA
Bruno Vespa sbotta a Roberta Bruzzone a Porta a Porta VIDEO

Bruno Vespa sbotta a Roberta Bruzzone a Porta a Porta VIDEO

ROMA – Siparietto tra Bruno Vespa e Roberta Bruzzone durante l’ultima puntata di Porta a Porta. Il giornalista della Rai ha chiesto infastidito alla criminologa: “Vuoi condurre al posto mio?”. La Bruzzone, subito mortificata, ha risposto in modo umile: “No, no per carità”.

Ma cosa era successo? In studio si parlava del delitto di Gloria Rosboch, la professoressa piemontese uccisa, per il cui delitto è stato arrestato il suo ex alunno Gabriele Defilippi.

La Bruzzone ha cominciato a sovrapporsi ai vari ospiti che stavano intervenendo in studio, non permettendo loro di finire il proprio discorso e dicendo la sua su qualsiasi aspetto del caso di cronaca. Bruno Vespa, da buon moderatore, ha deciso di spegnere l’ardore della criminologa, mettendo bene in evidenza i doveri e i limiti di ognuno. La Bruzzone si era cimentata sul caso Rosboch anche in un’intervista a Lucia Bigozzi di Intelligonews:

Da criminologa, che profilo traccerebbe di Gabriele De Filippi?

«Descriverei una persona con problematiche molto importanti, non tali da inficiare la propria capacità criminale. In sostanza, una persona con caratteristiche personologiche decisamente inquietanti perché stando a quello che è emerso dalla vicenda Rosboch, testimonia una capacità criminale sconcertante, specialmente in considerazione della giovane età. Credo che sia stata veramente una grande fortuna sotto il profilo investigativo, l’averlo individuato nella vicenda Rosboch, perché temo che questo ragazzo avrebbe potuto continuare nella sua carriera omicidiaria e criminale».

Sta dicendo che potrebbero esserci connotazioni da serial killer?

«Secondo me sì. Diciamo che in base a quanto emerso e da quanto ricostruito e letto dalle cronache giornalistiche, ci sono elementi che mi riportano alla mente analoghi profili di serial killer internazionali, alcuni dei quali circuivano donne fragili con l’obiettivo di derubarle e poi di ucciderle. Quanto è successo nel caso Rosboch poteva, realisticamente, l’inizio di una serie di questo tipo».

Come valuta il rapporto con la professoressa?

«Questo ragazzo ha attinto alla sua sfera di conoscenze tutte le potenziali vittime che, dunque, conosceva. La sua attività criminale potrebbe essere nata dentro quella cerchia di conoscenze con l’intento di cercare donne dal profilo molto fragile, deluse dalla vita e impaurite del futuro per una serie di circostanze alle quali prospettare un cambio radicale di vita, la prospettiva di un futuro migliorativo ma totalmente fasullo. Tuttavia una tipologia di scenari che di fronte a donne piuttosto fragili faceva presa e che in qualche modo rappresentava il sogno di una vita mai coronato».