Enrico Mattei: la nuova fiction su Rai Uno

Pubblicato il 30 Aprile 2009 - 16:18 OLTRE 6 MESI FA

«Enrico Mattei, l’uomo che guardava al futuro»: con questo titolo andrà in onda su Rai Uno, il 3 e il 4 maggio, la storia romanzata del fondatore dell’Eni.

Lo sceneggiato inizia negli anni Trenta. Mattei viene dalla provincia marchigiana e, a 25 anni, ha già messo in piedi la sua prima fabbrica. Capisce di doversi arruolare nella Resistenza dopo l’incontro con La Pira e un gruppo di partigiani cattolici. Finita la guerra, gli viene dato l’incarico di liquidare l’Agip, un carrozzone pieno di debiti. Il percorso di Mattei continua con la fondazione dell’Eni e i suoi viaggi in giro per il mondo, e si conclude il 27 ottobre 1962 con l’ultimo volo preso a Catania e mai arrivato a Milano Linate. Mattei muore, infatti, in un incidente aereo forse provocato dalla mafia siciliana, armata non si sa da chi. La verità è finora sconosciuta.

Nel cast, Massimo Ghini nel ruolo di protagonista, Vittoria Belvedere nel ruolo della moglie Greta, Sidney Rome, Franco Castellano. Il regista Giorgio Capitani descrive Mattei così: «Fu un grande corruttore incorruttibile e un grande donnaiolo legato alla moglie. Dei partiti, come aveva dichiarato si serviva come di un taxi: salendo, facendosi portare dove voleva, pagando la corsa, mai lasciandosi ricattare. Donne e politica erano fuori dalla sua azienda. Sempre».

Molte le figure storiche sullo sfondo: dal comunista Longo al banchiere Mattioli, da De Gasperi a La Pira, da Boldrini a Cefis. Inevitabile il paragone della fiction con «Il caso Mattei», film del 1972 di Francesco Rosi con Gian Maria Volonté. “Quella pellicola non può essere il modello per la nostra serie – spiega il protagonista Massimo Ghini – Lì si poteva parlare di docu-fiction, di film inchiesta com’era nello stile di Francesco Rosi che si concentrava sulla tragica e sospetta scomparsa di Mattei. Io, invece, qui vorrei rappresentare l’umanità e rendere giustizia al valore storico di un imprenditore che, a suo modo svincolato dai limiti della politica, è stato fondamentale per il nostro Paese perché ha davvero guardato al futuro”.

Carlotta Macerollo

(Scuola Giornalismo Luiss)