La fiction su Enzo Tortora su Raiuno. Sky si rifarà con Diabolik e Mani Pulite

Pubblicato il 27 Settembre 2012 - 12:51 OLTRE 6 MESI FA
Ricky Tognazzi/Tortora nella scena dell’arresto

ROMA – “Il caso Enzo Tortora. Dove eravamo rimasti?” è il titolo della fiction di Raiuno in programma domenica e lunedì prossimi. “Dove eravamo rimasti”: con questa formula di raro understatement e complicità familiare con il suo enorme pubblico televisivo, Enzo Tortora introdusse il suo ritorno in tv dopo un’odissea giudiziaria durata 4 anni. Venne accusato ingiustamente nientemeno di spacciare droga, si fece sette mesi di carcere, combattè come un leone per difendersi da un’infamia perpetrata in ambienti camorristici cui una giustizia distratta e colpevole diede credito. Accettò, la magistratura, la versione di banditi matricolati e impostò un processo fondandolo su un appunto illeggibile che confondeva il suo cognome con tal Tortona.

Morì un anno dopo, il 18 maggio 1988, a sessanta anni. Il 17 giugno1983  tutta Italia lo vide in manette durante il suo spettacolare arresto. Morì  prostrato dalla malattia e da quattro anni di inferno: riuscì a salvare l’onore, recuperò l’affetto dei fan, non sopravvisse a tanto tormento. Raiuno dedica dunque una fiction a un campione della Rai più generosa nel servire il pubblico, più creativa nell’intrattenimento intelligente. Portobello, la trasmissione presentata da Tortora, quella con il pappagallo che nessuno riusciva a far parlare e del mercatino di cose un po’ assurde, sarebbe stato il prototipo delle trasmissioni nazionalpopolari del futuro, con il pubblico protagonista e la barriera che cadeva tra realtà e entertaiment. Enzo Tortora è interpretato da Ricky Tognazzi, che cura anche la regia.

L’omaggio, però, non è piaciuto alla famiglia Tortora. Nonostante la sceneggiatura abbia tenuto conto del libro della sorella Anna Tortora. Le figlie di Enzo Tortora, senza polemica, discretamente, si defilano dal progetto. Il rischio maggiore paventato è una strumentalizzazione politica, cioè un’occasione per delegittimare in toto la magistratura. Alla sceneggiatura ha partecipato anche il magistrato/scrittore De Cataldo che assicura sul corretto uso della vicenda e, anzi, provocatoriamente, sottolinea come alla fine la “giustizia toglie, la giustizia restituisce”, essendo stata stabilità infine da un tribunale la totale estraneità di Tortora ai fatti. Più difficile, come ha confessato la figlia Gaia Tortora, appassionarsi a certi aspetti sentimentali che, le ha spiegato Ricky Tognazzi, quando si fa fiction sono obbligatori. Gaia e la sua famiglia non andranno alla prima a Napoli, non vedranno la fiction in tv.

Anche Sky ha in programma per le sue fiction un bagno di realtà, ma la scommessa più grande punta alla riscoperta di Diabolik, un successo mondiale tutto italiano lanciato sui fumetti. Andrà in onda nel 2014, non sarà un remake del film che ne trasse Lamberto Bava. Top secret chi si nasconderà dietro la maschera del ladro più stiloso dai tempi di Arsenio Lupin. Nemmeno Eva Kant ha già una interprete. Il problema più grande, per ora, è decidersi sulla scelta della calzamaglia. Ma i progetti Sky non si limitano appunto al recupero del fumetto d’autore. Tanta cronaca e storia recente del costume nazionale e dei vizi italici. Spicca la riproposizione in 12 puntate di Gomorra: Saviano partecipa alla sceneggiatura. L’operazione è la stessa della fortunata serie Romanzo Criminale (c’è il suo stesso regista Sollima) tratta dal best seller dell’onnipresente De Cataldo. Sempre nel 2014 in programma “1992”, l’epopea negativa di Mani Pulite: una mazzetta di banconote gettate dentro il gabinetto (Mario Chiesa al Pio Albergo Trivulzio), così inizierà la serie in 13 puntate con protagonista Stefano Accorsi, così cominciò l’inchiesta che diede il colpo di grazia alla Prima Repubblica.