Federica Sciarelli vs carabiniere Roberto De Razza Planelli

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Maggio 2016 - 10:22 OLTRE 6 MESI FA
Federica Sciarelli vs carabiniere Roberto De Razza Planelli

Federica Sciarelli vs carabiniere Roberto De Razza Planelli

ROMA – Federica Sciarelli contro Roberto De Razza Planelli, maresciallo dei carabinieri comandante della stazione di Grezzana, in provincia di Verona. Il militare dell’Arma era finita alla ribalta delle cronache proprio per un servizio mandato in onda a Chi l’ha visto?. Un servizio in cui lo si vedeva dare uno schiaffo a una signora con cui era nato un diverbio piuttosto “animato” (per usare un eufemismo).

Libero e Il Giornale attaccano la giornalista Rai per aver messo alla gogna un ufficiale senza prima avergli chiesto la replica.

Andrea Acquarone sul Giornale ricostruisce la vicenda:

Al centro di una sorta di singolar tenzone una stradina che fa litigare da cinquant’anni. Una strada privata in cui alcune famiglie devono passare per tornarsene nelle rispettive abitazioni e che il Comune aveva fatto parzialmente asfaltare a proprie spese proprio per agevolare i residenti. Non la pensavano così i proprietari, che motu proprio, avevano deciso che no, che da lì, sul loro «terreno» i confinanti non dovessero più transitare. Insomma basta con quell’odiosa «servitù di passaggio». E tanto per essere chiari ci avevano parcheggiato una macchina di traverso, a mo’ di barricata. In barba alla legge, e soprattutto al diritto dei vicini.

Arrivarono i carabinieri, chiamati dal sindaco, per cercare di ristabilire l’ordine. Trattarono un paio d’ore cercando di convincere la litigiosa famiglia a spostare la vettura. Per tutta risposta finirono aggrediti. Il maresciallo De Razza, uno che dopo 32 anni la divisa la porta cucita addosso, si beccò un telefonino in faccia, reagì per difendersi colpendo con un ceffone la signora esagitata, fu a sua volta preso a cazzotti dal fratello della donna. La prepotente famiglia, padre e madre compresi, finirono in manette. Il maresciallo, invece, all’ospedale con una costola incrinata e contusioni al viso. Poi le condanne: un anno a fratello e sorella, sei mesi ai loro genitori. Pene confermata in appello- tranne che per il papà assolto- e ribadite definitivamente in Cassazione.