Festival: Elio chierichetto, Marcorè “apolitico”, Littizzetto duetta con Carlà

Pubblicato il 14 Febbraio 2013 - 01:40| Aggiornato il 27 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

SANREMO – Elio in versione chirichetto, Neri Marcorè che dribbla la politica, Luciana Littizzetto che le canta a Carla Bruni. Superata la tensione per l’intervento di Maurizio Crozza, il festival di Sanremo ritrova la sua leggerezza e si riscopre soprattutto come rassegna di musica e intrattenimento.

Fabio Fazio e Luciana Littizzetto sono una coppia collaudata e legata da profonda complicità. La Littizzetto si è calata con la sua disinvolta impertinenza nel ruolo di conduttrice: nella seconda serata, poi, è andata anche più in là con il divertente duetto con Carla Bruni, altra presenza attesa con occhio critico per il suo ruolo di ex premiere dame. Ma la signora è un debole di Fazio. Grazie a Sanremo Fabio Fazio ha persino riscoperto il gusto delle imitazioni, che erano la sua specialità all’inizio della carriera: ieri Bruno Vespa, stasera, complice Neri Marcorè, Piero Angela.

Marcorè, che ha dribblato la politica, è apparso all’Ariston come proclamatore di Malika Ayane imitando Alberto Angela: con Fazio hanno messo in scena un duetto father &son di casa Angela sul regolamento del festival, continuato poi a conclusione di serata. Nel mix di alto e basso, nuovo e tradizione, non sono mancati due elementi classici di Sanremo: la bellezza femminile e Domenico Modugno.

La prima casella è stata completata da Bar Rafaeli, super model, ex di Leonardo DiCaprio e donna baciata dal destino, oltre che intelligente e simpatica che si è prodotta in una precaria performance alla batteria. A rendere omaggio a Modugno ci ha pensato invece Beppe Fiorello, protagonista di una fiction di Rai1 dedicata a Mr Volare. Fiorello ha proposto un medley di capolavori, ‘Vecchio frac’, ‘Tu si’ ‘na cosa grande’ e ‘Cosa sono le nuvole’. Indossava la celebre giacca azzurra dello smoking vestita da Modugno nel 1958, quando ‘Nel blu dipinto di blu’ ha cambiato la storia della canzone italiana e gli ha aperto le porte della leggenda: davvero bello il gesto di restituirla a Franca Gandolfi, la vedova di Modugno seduta in platea.

La gara proponeva i Moda’, Simone Cristicchi, Malika Ayane, Almamegretta, Max Gazze’, Annalisa ed Elio e le Storie Tese che si presentano vestiti da chierichetti e modificano appena il testo di ‘Dannati forever’ (‘pazzesco’ diventa ‘pa, pa-pa-pa, pa-pa-pazzesco’ e qualcuno lo interpreta come una possibile allusione al papa). Come previsto, lasceranno una traccia in questa edizione al di la’ del piazzamento finale.

La formula che prevede due canzoni per ogni campione permette agli artisti, che si esibiscono senza la pressione dell’eliminazione, di offrire un ritratto più completo della loro proposta. Debutto per il girone Giovani con Il Cile, i Blastema, Irene Ghiotto, Renzo Rubino. Prima volta anche per la musica internazionale con Asaf Avidan, star israeliana della musica di confine. A presentarlo Bar Rafaeli, israeliana come lui. E’ evidentemente una coincidenza ma stasera all’Ariston oltre ai due israeliani c’era anche Raiz, voce degli Almamegretta di religione ebraica.

Va detto che per Avidan è stato un trionfo: il pubblico dell’Ariston ha accolto con una standing ovation la sua performance. E su richiesta di Fazio, ha anche concesso un breve bis. Che un artista cosi’ fuori dai canoni – ma gia’ oggetto di culto – sia a Sanremo è un segnale confortante. Le circostanze, va detto, non sono proprio le più favorevoli per il festival. La par condicio, l’incombere delle elezioni, le scomuniche preventive, le dimissioni del Papa, la spending review non sono propriamente elementi che favoriscono la serenità.

La morte del figlio di Franco Gatti, il ‘baffo’ dei Ricchi e Poveri che proprio stasera dovevano essere all’Ariston per ricevere il premio alla carriera come accaduto ieri per Toto Cutugno. Doveroso l’atto di solidarietà nei confronti di Gatti e della sua famiglia, una citazione sobria che ha riempito lo spazio che avrebbe dovuto celebrare un gruppo che appartiene alla storia del festival. Va riconosciuto che riuscendo a mantenere il promesso clima divertito e leggero e’ una delle prove piu’ difficili affrontate da Fazio nella sua carriera. Grazie alla preziosa complicità di Luciana Littizzetto.