Linus racconta la sua crisi di astinenza dalla corsa: “Pagherei oro…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Marzo 2017 - 13:59 OLTRE 6 MESI FA
Linus racconta la sua crisi di astinenza dalla corsa: "Pagherei oro..."

Linus racconta la sua crisi di astinenza dalla corsa: “Pagherei oro…”

ROMA – “Ogni volta che intravedo un barlume di miglioramento, rimetto le scarpe e ci provo…”. Linus quando sente parlare di corsa si emoziona e proprio non riesce a rinunciarci. Perché poco meno di tre anni fa lui si è fermato. L’uomo che in Italia incarna il fenomeno del running di massa, dal 2014 non riesce più a correre. “Tallone di Haglund” recita la diagnosi: “In pratica una sporgenza ossea del calcagno del piede sinistro, che ha fatto partire un’infiammazione perenne. Mi sono anche operato, ma non sono più guarito completamente. Ogni tanto riprovo a correre, però dopo una ventina di minuti inizia il dolore. Comunque non mollo…”.

Intervistato da Marco Patucchi per Repubblica, il famoso dj racconta:

A parte le endorfine, cosa ti manca di più?
“Il correre fine a se stesso. Sono stato per anni nel tunnel degli allenamenti e degli obiettivi di tempo fissati per le gare, ora pagherei oro semplicemente per correre. Mi basterebbe anche una corsetta al parco. E poi la leggerezza di certe giornate, dopo che ti sei allenato di prima mattina…”.

Ne deduco che tu sei uno di quelli che preferiscono correre la mattina piuttosto che la sera. 
“Sì, preferisco la mattina. Per i miei bioritmi, perché faccio radio ogni mattina alle dieci e a quell’ora mi sento all’apice. Ma anche per quel senso del dovere che conosciamo noi runner: svolgere subito un allenamento che quel giorno dovrai fare in ogni caso, senza rimandarlo alla sera”.

Già che ci siamo, andiamo avanti con il gioco delle preferenze: correre da soli o in compagnia?
“Tempo fa avrei detto in compagnia. Ogni volta che qualcuno, visto il mio lavoro, mi chiedeva se correvo con la musica nelle cuffiette, rispondevo che non ne avevo bisogno perché mi allenavo sempre insieme ad altre persone. Senza contare che correre in gruppo ti distrae dal peso dello sforzo. Adesso, però, non riuscirei a reggere il passo degli altri, così ho riscoperto il piacere della corsa solitaria”.