Presadiretta. “Ricchi e poveri”, ricetta Modiano: patrimoniale da 80 mld (video)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Settembre 2013 - 14:19 OLTRE 6 MESI FA
Presadiretta. "Ricchi e poveri", ricetta Modiano: patrimoniale da 80 mld (video). Nella foto Riccardo Iacona

Presadiretta. “Ricchi e poveri”, ricetta Modiano: patrimoniale da 80 mld (video). Nella foto Riccardo Iacona

ROMA – Presadiretta. “Ricchi e poveri”, ricetta Modiano: patrimoniale da 80 mld (video). E’ stato il primo squillo televisivo che ha dato la sveglia al dibattito politico dopo la pausa estiva: il racconto “Ricchi e poveri” su Presadiretta, la trasmissione di Riccardo Iacona, ha sfondato sui social network dove sono rimbalzati a ritmo vertiginoso di post e commenti sulle spese pazze dei pochi superricchi e qualche parola in libertà (“Crisi e suicidi? Lavorassero un po’ di più questi…”), della Torino impoverita dalla crisi Fiat, delle istantanee da un Paese che a molti ha ricordato la fotografia della Grecia di due anni fa.

Molto rilevante, anche rispetto a una prospettiva di redistribuzione della ricchezza che utilizzi la leva fiscale stante la scarsità di risorse, è la “voglia” di patrimoniale esternata dai commentatori internauti dopo la riproposizione da parte di Iacona di una intervista a Pietro Modiano, ex direttore generale di Intesa Sanpaolo e attuale presidente di Sea (qui il link al Fatto Quotidiano per riascoltare l’intervista).

Abbiamo ancora adesso bisogna di una patrimoniale perché siamo in una fase straordinaria, non c’è mai stata una crisi lunga cinque anni. Se noi riusciamo nell’operazione di trasferire risorse da chi ha una bassa propensione al consumo, che sono i ricchi, a chi ha un’alta propensione al consumo, possiamo far ripartire l’economia.

Magari non di 200 miliardi di euro, ma la farei di 80 miliardi di euro. Io la farei sul patrimonio liquido di quel 10% degli italiani che sono più ricchi e che posseggono quasi il 50% di tutta la ricchezza privata del Paese. E questo ammontare di 80 miliardi di euro lo ripartirei in 4 anni, 20 miliardi all’anno, che è l’1% e rotti del Pil. (Il Fatto Quotidiano)