Sanremo 2016, vincono gli Stadio con Un giorno mi dirai

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Febbraio 2016 - 01:28 OLTRE 6 MESI FA
Sanremo 2016, vincono gli Stadio con Un giorno mi dirai

Sanremo 2016, vincono gli Stadio con Un giorno mi dirai

SANREMO – Gli Stadio vincono il 66esimo Festival della Canzone Italiana. Sul podio erano rimasti in tre: Giovanni Caccamo e Deborah Iurato con Via da qui, che si piazzano al terzo posto. Francesca Michielin con Nessun grado di separazione arriva seconda e gli Stadio con Un giorno mi dirai trionfano. Portandosi a casa anche altri due premi: quello per la miglior musica dedicato al grande Giancarlo Bigatti e quello della Sala Stampa. Nel 1984 con il brano “Allo stadio” arrivarono ultimi. Oggi, 32 anni dopo, gli Stadio stravincono.

Premio miglior testo va alla canzone Amen di Francesco Gabbani. Premio della Critica Mia Martini a Cieli immensi di Patty Pravo.

Questo il resto della classifica:

4) Enrico Ruggeri – Il primo amore non si scorda mai

5) Lorenzo Fragola – Infinite volte

6) Patty Pravo – Cieli immensi

7) Clementino – Quando sono lontano

8) Noemi – La borsa di una donna

9) Rocco Hunt – Wake up

10) Arisa – Guardando il Cielo

11) Annalisa – Il diluvio Universale

12) Elio e Le STorie Tese – Vincere l’odio

13) Valerio Scanu – Finalmente Piove

14) Alessio Bernabei – Noi siamo infinito

15) Dolcenera – Ora o mai più (le cose cambiano)

16) Irene Fornaciari – Blu.

Carlo Conti è riuscito nell’impresa non facile di un altro Festival da record, il più visto degli ultimi anni, schivando polemiche, la concorrenza di Juve-Napoli e lasciando che i nastri arcobaleno sventolassero diventando uno dei simboli della kermesse. Con grande eleganza, ha trovato anche il modo di salutare Pippo Baudo, “inventore del Festival così come lo facciamo oggi”.

Trionfatore della serata Renato Zero, davvero un mattatore, irresistibile con un medley da sogno in chiave orchestrale, “Favola Mia”, “Più su”, “Amico”, “Nel giardino che nessuno sa”, “Cercami”, “Il cielo”, “I migliori anni”, poi “Il triangolo” e “Mi vendo” prima del nuovo brano “Gli anni miei raccontano”. Standing ovation e trenini in Sala Stampa.

Per la prima volta, dopo quattro serate di travolgenti performance, Virginia Raffaele è stata se stessa, una sfida per chi è abituato a interpretare un personaggio. Ed è arrivata la prima papera leggendo il gobbo.

Alla parte comica ci hanno pensato Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni, gli amici di sempre di Conti: arrivati dalla platea come ospiti a sorpresa, i tre vecchi amici hanno scherzato sulla moda della reunion. Prima una raffica di battute sul super lavoro di Conti in tv: “Con te non si può parlare, stai sempre in tv. La tu moglie quando vuole fa l’amore si rivolge a Chi l’ha visto”. E poi un po’ di satira sul premier Matteo Renzi che “è di Firenze come Conti, “vuole fare tutto lui come te e non sa una parola d’inglese come te”. “Ma l’avete interpellato?”, chiede il conduttore. “Ma perché lui c’ha interpellato quando ha deciso di fare il Presidente del Consiglio?”. Il tutto per annunciare la serata che i tre terranno all’Arena di Verona il 5 settembre.

Nel suo ruolo di super etoile, è arrivato Roberto Bolle in chiave rock e pop: prima ha ballato un assolo di “We Will Rock You” dei Queen, poi ha ballato “La notte vola” con Virginia Raffaele.

Cristina D’Avena invece all’Ariston è arrivata a furor di popolo, spinta da una petizione rimbalzata tra radio e social. Tutto il cast fisso sul palco a chiedere le sue canzoni e le sigle: prima “Il valzer del Moscerino”, che lei ha cantato allo Zecchino d’Oro, poi “Kiss Me Licia”, “La canzone dei Puffi”, “Occhi di gatto”.  In chiusura “La pioggia” di Gigliola Cinquetti, la canzone preferita da Cristina D’Avena, che è un fenomeno pop trasversale che ha contagiato anche il pubblico più insospettabile.

Ancora una volta Elio e le Storie Tese hanno trovato il modo di rimanere nella storia del festival: stasera sono arrivati in scena travestiti da Kiss, ultima trasformazione di una lunga serie che li ha visti arrivare all’Ariston con i costumi da Rockets, da musicisti mozartiani, persino da nani. Peccato per quel dodicesimo posto. Immeritato.

Come da tradizione, la serata finale è una maratona: prima della proclamazione del vincitore cantano tutti i Campioni, poi ne rimangono tre che si giocano al televoto i tre posti del podio. Ogni esibizione era preceduta da un video messaggio: il colpaccio l’ha fatto Francesca Michielin, che ha avuto come endorser Fiorello che cantò, in gara all’Ariston, “Finalmente tu” proprio il 25 febbraio 1995, il giorno in cui è nata Francesca. “In sala parto c’era Beppe Vessicchio – ha scherzato lui – Ti auguro di arrivare quinta come è successo a me perché arrivare quinto porta fortuna. Poi se ti capita di vincere tenteremo un’altra volta di arrivare quinti”.

Nel corso della maratona, Gabriel Garko, che ha fatto un passaggio in scena con una farfalla sulla giacca per ricordare il passaggio ieri di Virginia Raffaele-Belen, affronta la lettura di una poesia di Giuseppe Catalano, un detenuto del carcere di Opera.