YOUTUBE Stato Sociale al Concertone del Primo Maggio contro i palloni di Poletti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Maggio 2017 - 08:45 OLTRE 6 MESI FA
YOUTUBE Stato Sociale al Concertone del Primo Maggio contro i palloni di Poletti

YOUTUBE Stato Sociale al Concertone del Primo Maggio contro i palloni di Poletti

ROMA – Il gruppo Stato Sociale risponde, neanche troppo velatamente, al ministro Poletti che aveva invitato i giovani a preferire le partite di calcetto all’invio di curriculum. La band, sul palco del Concertone del Primo Maggio, canta “Mi sono rotto il cazzo“, indossando abiti strappati e lanciando palloni.

La stessa band ha anche attaccato il leader della Lega Nord: “Se parlare di lavoro è difficile, parlare d’amore è impossibile. Se come dice Matteo Salvini, da una coppia omosessuale può crescere solo un ragazzo con handicap, è vero pure che da una coppia eterosessuale è cresciuto Matteo Salvini. Non c’è la formula esatta. Se qualcuno vi dice come dovete amare, non ascoltatelo. Amatevi come vi pare. Viva il primo maggio”.

“Ce la siamo presa con il ministro Poletti, con Matteo Salvini, ma molti sono rimasti fuori: in 10 minuti non c’era tempo per tutti”. “Oltre loro ci sarebbe stato da parlare del Pd, ma si è preso già la vigilia del concertone con le primarie, e del Movimento 5 Stelle, del loro populismo e delle posizioni discutibili su migrazione e lavoro”.

Con il Concertone, Lo Stato Sociale ha un rapporto complicato. Due anni fa accusarono la Rai di aver censurato il bacio gay che volevano portare sul palco. E anche quest’anno hanno portato uno dei pochi brividi di questa edizione, con i loro attacchi frontali e i messaggi non verbali, come gli abiti strappati. “Siamo andati sul palco, svestiti al 40%, come la percentuale di under 35 che sono disoccupati, come la mancanza di copertura istituzionale su welfare, ammortizzatori sociali e tutela dei diritti. Certo, si può leggere anche come il famoso 40% di Renzi, ci può stare tutto”, spiega ancora la band che sotto le giacche indossava anche una t-shirt con la scritta No Tap, per dire alla realizzazione del gasdotto in Salento. “Abbiamo bombardato il pubblico con un sacco di messaggi in pochi minuti. Ma sentiamo di avere una responsabilità artistica e personale, questa piazza ha ancora una grande importanza”.