Pendolari, abbonamenti treni più cari da 10 anni per colpa di un algoritmo sbagliato delle Regioni

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Febbraio 2017 - 09:01 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ tutta colpa di un algoritmo se per anni i pendolari hanno pagato cari gli abbonamenti dei treni. Una formula matematica sbagliata applicata, si presume senza dolo, dalle Regioni e che da ben 10 anni calcola in modo errato il prezzo delle tratte sovraregionali, quelle cioè che coinvolgono territori diversi e con diversa e autonoma tariffazione. Capita così che chi utilizza il treno Torino-Milano paga l’abbonamento mensile 33 euro in più del dovuto. Tra Ancona e Pescara l’esborso extra sale a 36 euro e tra Milano e Genova 38 euro.

Dopo due anni di palleggio di responsabilità tra Trenitalia e Regioni, le associazioni dei consumatori sono riuscite ad ottenere un accordo. Il 2 febbraio infatti l’amministratore delegato di Trenitalia Barbara Morgante e il direttore del trasporto regionale Orazio Iacono hanno riconosciuto ufficialmente la necessità di ottimizzare il modello di calcolo delle tariffe. Nel comunicato diffuso al termine dell’incontro si legge che: “L’azienda condivide il disagio e le recriminazioni dei comitati pendolari che lamentavano il fatto che con l’algoritmo applicato gli abbonamenti sovraregionali arrivano a costare fino al 33% in più di quanto dovrebbero essere tariffati “.

La palla passa ora alla Conferenza delle Regioni: gli enti locali che per legge fissano l’applicazione delle tariffe dovranno farsi carico degli esborsi necessari a mantenere gli impegni sottoscritti nei Contratti di servizio stipulati con Trenitalia.

Enrico Pallavicini, portavoce dei comitati pendolari di Assoutenti, spiega al quotidiano la Repubblica:

“Ci aspettiamo, da aprile, il riallineamento tariffario. In caso contrario segnaleremo tutto all’Autorità di regolazione dei trasporti e alle Procure per l’eventuale individuazione di reati e nel contempo manderemo decine di migliaia di viaggiatori dai giudici di pace con in mano gli abbonamenti pagati dal 2007 a oggi a un prezzo superiore al dovuto. Le Regioni rischierebbero un esborso nei confronti dei viaggiatori molto più elevato rispetto a quanto Trenitalia vuole le sia garantito”.

Non è una minaccia da poco perché nella class action pronta a partire verrebbe chiesto il totale rimborso di quanto ingiustamente pagato dagli abbonati (che sono oltre 70mila) dal 2007 a oggi, da quando cioè, nel calcolare l’importo delle tariffe “sovraregionali”, è stato applicato (non dolosamente ma per puro errore da parte di un funzionario) un algoritmo che non ha mai considerato con esattezza la progressione dell’abbattimento tariffario inversamente proporzionale ai chilometri percorsi.