Piramidi di Montevecchia: mistero d’Egitto a “km zero” FOTO-VIDEO

di Alessio Rossini
Pubblicato il 14 Settembre 2016 - 10:25 OLTRE 6 MESI FA

Piramidi di Montevecchia, mistero d’Egitto… in provincia di Lecco. Nel 2001 l’architetto Vincenzo di Gregorio, dopo un’osservazione satellitare, scoprì delle piramidi, alte dai 40 ai 50 metri, strutturate in gradoni e con un’inclinazione massima di 44 gradi. Piramidi modellate dall’uomo e utilizzate come siti per osservazioni astronomiche e per celebrare riti sacri. Piramidi simili a quelle di Giza, in Egitto, per disposizione e per orientamento astronomico.

L’unico dettaglio è che queste tre piramidi si trovavano e si trovano nella Val Curone, in provincia di Lecco, a 15 km dal capoluogo e a soli 40 km da Milano: un Egitto (e un mistero) a “km zero”. La località si chiama Montevecchia ed è vicina al comune di Rovagnate.

La prima piramide è detta “la collina dei cipressi”, per via degli alberi presenti sulla sommità. La seconda, quella che ricorda più di tutte la piramide egizia di Saqqara, è detta il “Belvedere Cereda“. La terza piramide è la più difficile da riconoscere perché è completamente coperta dalla vegetazione. Racconta nella sezione “Viaggi” de La Stampa:

Apparentemente sembrano tre colline ma l’osservazione satellitare svela qualcosa di più enigmatico, come il posizionamento che ricorda le tre stelle della cintura di Orione. Gli egizi creavamo sempre un filo conduttore con il cielo per le loro piramidi, per permettere ai defunti di ritrovare la via di casa. E queste piramidi sarebbero state realizzate proprio a scopo religioso e non per finalità agricole, visto che quel terreno non può essere coltivato.

Le piramidi di Montevecchia ricordano quella del faraone Zoser, nella necropoli di Saqqara, considerata uno dei più grandi monumenti dell’antico Egitto. Nella zona sono state trovate le tracce del più antico insediamento preistorico lombardo. E pare che la piramide centrale, detta Belvedere Cereda, fosse un sito astronomico utilizzato dai Celti ancor prima dell’arrivo dei Romani. Oggi le piramidi sono custodite all’interno di un parco regionale e si possono trovare alla terza tappa del percorso naturalistico dei Prati Magri, di facile percorrenza, a piedi o in bici.