Una settimana a Tokyo, tre esperienze impedibili e tanto da vedere

Di Margherita Ragg di Thecrowdedplanet.com
Pubblicato il 20 Ottobre 2016 - 10:27| Aggiornato il 24 Ottobre 2016 OLTRE 6 MESI FA

Di Margherita Ragg di TheCrowdedPlanet.com

Che cosa c’è da vedere a Tokyo? Pensateci un attimo. Cosa vi viene in mente? Personalmente, i miei ‘must-do’ prima di visitare Tokyo includevano la statua di Hachiko, il famoso incrocio pedonale di Shibuya (che è proprio accanto alla statua di Hachiko), il mercato del pesce di Tsukiji… e basta. Il che può portare a pensare che un paio di giorni nella capitale giapponese siano abbastanza, quando in realtà per visitarla da cima a fondo sarebbero necessari mesi, o addirittura anni.

La scrittrice Laura Imai Messina, residente a Tokyo da più di 10 anni, descrive così la città nel suo libro Tokyo Orizzontale: “Se New York è una mela, Tokyo è un melograno”. Non c’è nulla di più vero. Ogni chicco è un quartiere, un mondo a sé stante – e la bellezza di Tokyo sta nel viverla passo dopo passo, giorno dopo giorno, assorbendo l’atmosfera della città passeggiando senza meta in cerca di sorprese.

Abbiamo passato una settimana a Tokyo, e queste sono le tre esperienze che ci sono piaciute di più – e non vediamo l’ora di tornare per una visita più approfondita!

  1. Visita a un Neko Cafè

Tokyo è piena di bar ‘a tema’ – ci sono i maid cafè, dove ragazze in uniforme da cameriera vi servono con mille moine chiamandovi ‘master’, e bar dedicati a ogni tipo di animale, da gufi a pappagalli, ricci e addirittura capre.

Mi sarebbe piaciuto moltissimo visitare un owl cafè e giocare con i gufi, ma credo nei principi del turismo sostenibile e non credo faccia bene a creature notturne stare in ambienti illuminati a giorno circondati da rumore e macchine fotografiche. Cosi abbiamo deciso invece di visitare un ‘neko cafè’ e passare un paio d’ore coi padroni di casa, dieci gatti di tutti i colori!

Visto che il benessere dei pelosi ci sta a cuore, abbiamo scelto un cat cafè lontano dai circuiti turistici – Temari no Ouchi, nel quartiere di Kichioji, che ammette un numero limitato di visitatori nei suoi interni in stile ‘hobbit’.

  1. Una notte in Izakaya

Dopo una dura giornata di lavoro i ‘sarariman’ (impiegati, dall’inglese salaryman) di Tokyo spesso si recano nelle izakaya, la versione locale dei pub, per uno snack e un bicchiere di birra o sake. Ci sono molte izakaya aperte anche a turisti, ma le migliori sono nascoste nei sotterranei delle stazioni o nei meandri delle labirintiche stradine laterali della città. E senza parlare una parola di giapponese, farsi capire è spesso un’impresa.

Per questo motivo abbiamo deciso di affidarci a Taka-san, il ‘bar master’ di Tokyo, e lasciare che ci guidasse lui per una serata nelle migliori izakaya nel quartiere di Shimbashi. Abbiamo iniziato con una birra e una serie di piccoli piatti in stile ‘tapas’ – tra i quali c’erano noodles con intestino di maiale, ma anche un ottimo sashimi. La seconda fermata è stata una degustazione di sakè di diversi tipi, e l’ultima un posto veramente super nascosto dove una signora di circa 80 anni ci ha offerto shoju (una grappa locale) e un’ottima tartare di cavallo. Per noi è stata veramente un’esperienza indimenticabili da amanti del cibo e della nightlife quali siamo – contattate Taka-san attraverso il suo sito web Beauty of Japan se vi interessa il tour!

  1. Lo street food di Tokyo

Al contrario di altre città asiatiche dove lo street food regna supremo, a Tokyo ce n’è ben poco – è raro veder gente mangiare per strada, a parte snack, gelati o spiedini. Per questo quando abbiamo visto uno tour che includeva ‘street food’ e ‘local delicacies’, offerto sul sito Japan Wonder Travel, abbiamo prenotato subito, incuriositi. Il tour si svolge a Sunamachi, una strada pedonale al di fuori dei circuiti turistici, dove la gente del quartiere si reca a comprare ‘side dishes’, piatti serviti di accompagnamento al riso che la fa sempre da padrone sulle tavole giapponesi. Sunamachi è lunga solo 600 metri, ma abbiamo passato più di 4 ore saltando da un negozio all’altro, provando una serie di delizie come tempura appena fatto, oden (polpette e verdure bollite in brodo di soia), pickles (verdure sott’aceto) e il tè verde più buono della mia vita, servito in un negozio che è una vera e propria mecca degli amanti del tè a Tokyo.

Ci sarebbe moltissimo da aggiungere – Akibahara, il quartiere degli anime e dei manga, le pazzie del Robot Restaurant, il mercato del pesce, l’atmosfera da Blade Runner di Kabukicho, il gundam gigante di Odaiba… altro che un paio di giorni, la prossima volta mi fermo un mese!