29 settembre, una canzone (e una data) 45 anni dopo

Pubblicato il 29 Settembre 2012 - 17:32 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sono passati 45 anni da quel 29 settembre 1967. Non si tratta solo di una data ma di una canzona che ha fatto la storia della musica italiana. Un brano che è stato considerato come il primo brano italiano di rock psichedelico, anticipando di tre mesi persino Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, considerato il capolavoro mondiale di quel genere. Tra gli aspetti maggiormente innovativi di questo brano, la presenza di un vero speaker radiofonico della Rai ingaggiato per l’occasione, che annuncia un giornale radio con la data del giorno in cui è ambientata la canzone e quella del giorno successivo. Si parla ovviamente di 29 settembre, la canzone della premiata ditta Mogol-Battisti e portata al successo dall’Equipe 84.

Il testo racconta la storia di un tradimento. Il titolo, pur essendo riportato nella copertina con il numero 29, alla Siae risulta essere depositato scritto a lettere come “Ventinove settembre, ed appare come cofirmatario il maestro Renato Angiolini, il cui nome è assente sull’etichetta del disco.

Come ha raccontato Mogol, la data del 29 settembre era il giorno del compleanno della sua prima moglie Serenella. Battisti reinterpretò questa canzone nel 1969, all’uscita del suo primo album, Lucio Battisti. La sua interpretazione è più tradizionale rispetto a quella dell’Equipe. L’Equipe 84 incise anche una versione in inglese del brano, con il testo tradotto da Tommy Scott intitolata 29th September e venne pubblicata su 45 giri con sul retro la traduzione in inglese di Auschwitz dalla Major Minor in Inghilterra e dall’Imperial Records negli Stati Uniti.

Nonostante la canzone e il successo, Lucio Battisti non è mai stato accolto molto bene dalla critica. La partecipazione a Sanremo aumentò di molto la sua popolarità, ma lo espose anche a critiche di vario genere: Alfonso Madeo, sul Corriere della Sera, definì l’interpretazione di Battisti “impacciata”, Natalia Aspesi, su Il Giorno, criticò duramente la sua voce, parlando di “chiodi che gli stridono in gola”, mentre Paolo Panelli, su Il Messaggero, ironizzò sulla sua capigliatura anticonformista e “selvaggia”, equiparandolo a Pierino Porcospino e ad Attila, re degli Unni.

Curioso che due personaggi politici come Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani siano nati proprio il 29 settembre.