Spagna in crisi, sindaco Robin Hood: “ruba” ai supermercati, dà cibo ai poveri

Pubblicato il 18 Agosto 2012 - 09:51 OLTRE 6 MESI FA
Juan Manuel Sanchez Gordillo

MARINALEDA, SPAGNA – Per combattere la crisi basta rubare ai ricchi per dare ai poveri: la ricetta di Robin Hood è stata fatta propria da alcuni sindaci spagnoli, guidati da Juan Manuel Sanchez Gordillo, primo cittadino di Marinaleda.

Questo paesino dell’Andalusia è uno dei più colpiti dalla crisi e allora lui ha guidato i suoi concittadini nei supermercati. Assalto ai banchi, carrelli pieni di generi di prima necessità: latte, pane, legumi. Presi senza pagare.

Perché, è la teoria di Gordillo, questa gente ha bisogno di mangiare e non potendo permettersi la spesa, si prende il cibo con la forza. Sottraendolo ai “ricchi” che tengono tutto nelle loro mani. Un tempo li chiamavano “espropri proletari”, oggi sembra più una scelta dettata dall’istinto di sopravvivenza.

Gordillo è anche deputato regionale di Izquierda Unida, il partito di estrema sinistra spagnolo. Ma i “compagni” del partito non gradiscono le sue intemperanze.

Tra le altre, il sindaco ha ordinato l’assalto ad un centro commerciale in provincia di Siviglia per rifornire una mensa sociale nella città andalusa. E dopo qualche giorno ha guidato l’occupazione di alcune filiali bancarie, simbolo della finanza che ha messo in crisi il Paese.

Gordillo porta una barba alla Karl Marx e si lascia fotografare avvolto in colorate kefiah; professore di storia nel paese di cui è sindaco ininterrottamente dal 1979, il Robin Hood dell’Andalusia ha consentito a oltre 200 suoi sostenitori di assaltare un supermercato a Ecija e di uscire dopo la razzia con carrelli pieni di zucchero e riso, farina e frutta.

Questo è il pensiero di Gordillo: “Qui ci troviamo in una dittatura dei mercati, degli oligopoli commerciali e non governano né la stampa né Rajoy, ma le banche tedesche”.

Tra le altre azioni clamorose di Gordillo va segnalata anche  l’occupazione delle terre su proprietà appartenenti al demanio militare.

E nei paesi spagnoli, Gordillo fa scuola: altri “espropri proletari” sono avvenuti anche ad Arcos, presso Cadice. Dallo scorso anno i sindaci iberici hanno marciato in tutte le strade delle loro cittadine, si sono autodiminuiti gli stipendi, hanno eliminato interi settori dell’amministrazione, sono scesi a fianco dei minatori delle Asturie, hanno domato incendi, coltivato marijuana per rimpinguare le casse, scelto platealmente il trasporto pubblico, pregato (ieri, Ascensione) la Vergine Maria perché li aiuti a far fronte alla crisi, mandato avanti il municipio con i volontari.

Ad esempio Bernant Pellissa, sindaco indipendentista di Rasquera, piccolo comune vicino a Tarragona, che propone, e realizza, campi per coltivare marijuana a scopi terapeutici per conto terzi, per conto cioé di un’associazione (Abcda) disposta a pagare 36mila euro per l’autorizzazione a utilizzare quei campi, con il risultato di arricchire l’economia locale di 550 mila euro l’anno per l’affitto e la gestione dei terreni.

Ma c’é anche Manuel Garcia,il sindaco di Higuera della Serena, che manda avanti il municipio solo con i volontari, usa la propria acqua per innaffiare i giardini pubblici e nei week end scende in campo a capo di gruppi di cittadini volontari.

Il ricchissimo Arturo Torrò, sindaco Popolare di Gandia (Valencia, patrimonio 3,5 milioni di euro) che annuncia di rinunciare allo stipendio e a qualunque benefit natalizio ed elimina i capigruppo dei partiti.