Gender, ProVita: “YouTube ci censura”. Ma il video è online

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Gennaio 2016 - 18:03 OLTRE 6 MESI FA
Gender, ProVita: "YouTube ci censura". Ma il video è online

Gender, ProVita: “YouTube ci censura”. Ma il video è online

ROMA – L’associazione cattolica Pro Vita denuncia: “YouTube ha censurato il nostro video sulla teoria Gender“. Il movimento a favore delle politiche per la famiglia punta il dito contro la “Gaystapo”. Ma attualmente il video appare online, anche su YouTube. 

Nella sua denuncia, pubblicata sul sito Notizie Pro Vita, l’associazione aveva scritto:

“Qualcuno temeva che presto o tardi sarebbe accaduto. Il video Gender Revolution, prodotto da ProVita dava molto fastidio.Moltissimi hanno apprezzato e ringraziato: tra YouTube e Facebook è stato visto da più di 100.000 persone. Ma certo i commenti critici, comprese le minacce di morte, non sono mancati.

Alle reazioni sgangherate ed isteriche siamo abituati e non ci tangono. Avremmo voluto qualche critica costruttiva sulla quale intavolare un dibattito civile, ma quei pochi che ci hanno provato sono risultati fumosi, pretestuosi, incapaci di porsi all’ascolto per comprendere. Sanno solo parlare per slogan, incapaci di ragionare su dati di fatto reali.

Insomma, non abbiamo avuto il piacere di incontrare qualcuno con argomenti seri e concreti per controbattere alle affermazioni contenute nel filmato: questo spiega cosa è il Gender, qual è la rivoluzione antropologica in atto e come l’ideologia nichilista entra nelle scuole ormai da tempo. Chi non è d’accordo spesso non ha argomenti, non vuole sentire e si prodiga per far tacere la verità. La Gaystapo quindi entra in azione e You Tube oscura il video”.

Continuano gli estensori dell’organizzazione:

“Interessante è la motivazione: “Questo video è stato rimosso per la violazione della norma di YouTube su contenuti commercialmente ingannevoli, spam e frodi“.

È la riprova che gli argomenti dei nostri detrattori sono davvero inconsistenti: di commerciale non c’è proprio niente, quanto all’inganno e alla frode, vorremmo – appunto – sapere dove sono…”.