Marco Travaglio a Servizio Pubblico su immigrazione: “Chiamarsi Matteo” VIDEO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Ottobre 2014 - 09:33 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio a Servizio Pubblico su immigrazione: "Chiamarsi Matteo" VIDEO

Marco Travaglio a Servizio Pubblico

ROMA – A Servizio Pubblico Marco Travaglio, tra gli applausi del pubblico, prima stringe la mano a Michele Santoro poi si sofferma sulla ricetta di Matteo Salvini per risolvere il problema dei clandestini:

“Oggi per essere creduti basta chiamarsi Matteo, andare in tv in maniche di camicia bianca, aver 40 anni e il doppio mento. Certo, il suo partito ha governato 11 anni su 20. E lui non è che andava all’asilo: fa politica da 20 anni, da quando ne aveva 20:consigliere comunale 1993-2012, deputato 3 volte, eurodeputato 3 volte. E la Lega ha varato una raffica di leggi sull’immigrazione, che però è continuata come prima più di prima. Le solite grida manzoniane che restano sulla carta.

GUARDA ANCHE: Servizio Pubblico, Pape Diaw a Mario Borghezio: “Vai a mungere le mucche” VIDEO

La prima legge sull’immigrazione è Turco-Napolitano che ricordava un film di Totò. Per non fare il reato di clandestinità, che è di destra, fanno quello di “mancata esibizione del documento d’identità senza giustificato motivo”. L’immigrato beccato senza documento perchè non ce l’ha o l’ha distrutto finisce in tribunale. Il giudice domanda: ‘Scusi, ha un giustificato motivo per non esibire il documento?’. E lui: ‘Certo, non ho il documento’. ‘Ah, mi scusi: assolto.’.Un reato inutile. Infatti la destra va al governo e lo mantiene: legge Bossi-Fini del 2002, dai che è la volta buona”. Il condirettore de Il Fatto Quotidiano: “Con la Bossi-Fini c’è un’altra formidabile trovata: lo straniero che cerca lavoro in Italia deve già avere un lavoro in Italia, sennò non può venire a cercarlo. La legge contro la clandestinità produce clandestini. La destra poi inventa un nuovo reato: mancata ottemperanza all’ordine di espulsione”. E aggiunge: “Non è cambiato nulla e la gente se n’è accorta, soprattutto nei quartieri popolari. Nel 2006 Maroni torna al Viminale e sforna un pacchetto sicurezza dopo l’altro. Superpoteri ai sindaci: possono punire gli accattoni con una multa salatissima. Geniale. Secondo pacchetto sicurezza: l’esercito per le strade (quasi mai visto) e le ronde.

Ve le ricordate? Quelle pattuglie di lombardi con la panzetta con le signore impellicciate accanto a caccia di stranieri nel dopo cena? Sono durate una notte. Poi” – prosegue – “c’è il reato di ingresso illegale in Italia. Per punirlo bisogna prendere lo straniero mentre entra. Quarto pacchetto: reato di clandestinità. Risultato: anziché sveltire le espulsioni, le rallenta o le blocca. Più che un deterrente, è un incentivo a venire: infatti gli sbarchi proseguono e la clandestinità aumenta”. Travaglio poi menziona Grillo: “Ora lui dice una cosa giusta, ovvia: i clandestini vanno espulsi. E tutti gli danno del razzista, gli stessi che han votato Martelli,Turco-Napolitano e Bossi-Fini che ordinano di espellere gli irregolari. Che sono tanti: 300, forse 500 mila. Gli irregolari sono tanti. Gli espulsi pochi. Perché? Perché prima vanno identificati. E identificarli costa”. E conclude, citando anche lo Svuotacarceri: “Non mancano le leggi: manca lo Stato”.