Nanuqsaurus hoglundi, il dinosauro nano che viveva al Polo Nord (video)

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 20 Marzo 2014 - 07:30 OLTRE 6 MESI FA
Nanuqsaurus hoglundi, il dinosauro nano che viveva al Polo Nord (video)

Il Nanuqsaurus hoglundi (A) confrontato con i “cugini” T-rex (Credit: Wikipedia)

ROMA – Un dinosauro nano viveva fino a 70 milioni di anni fa al Polo Nord. I resti del Nanuqsaurus hoglundi sono stati rinvenuti in Alaska da Anthony Fiorillo e Ronald Tykoski, palentologi del Museo Perot di Scienze naturali di Dallas. Un ritrovamento eccezionale proprio per il luogo in cui è avvenuto, dato che resti di dinosauri non erano mai stati scoperti così a nord.

Nonostante sia definito dinosauro nano, il Nanuqsaurus hoglundi era lungo 7 metri: non certo una lucertola agli occhi di un uomo, ma pur sempre di dimensioni molto ridotte se confrontato con il “cugino” Tyrannosaurus Rex di oltre 12 metri. Proprio come il T.rex, il Nanuqsaurus hoglundi era un carnivoro e visse durante il Cretaceo, tra 69 e 70 milioni di anni fa, avrebbe dato a questo dinosauro le sue dimensioni ridotte. 

E’ pur vero che durante il Cretaceo l’Alaska non era esattamente un luogo dal clima inospitale. Anzi, fino a 10mila anni fa il clima era molto più caldo e il Polo Nord, come testimoniano recenti studi, ed era abitato da grandi mammiferi e piante da fiore. Secondo Fiorillo, uno dei due scopritori dei resti del fossile nel 2006, la luce sarebbe il motivo delle sue dimensioni:

“Qualcosa nell’ambiente ha fatto sì che il tyrannosaurus evolvesse e diventasse più piccolo”.   

Quel qualcosa sarebbe proprio l’alternanza di 6 mesi di luce e 6 mesi di buio tipica delle regioni polari.

Se i resti furono scoperti nel 2006 dai due paleontologi, la loro ricerca è stata pubblicata solo nel 2014 sulla rivista Plos One. A spiegare il perché della scelta è Tykoski, altro autore della scoperta:

“Solo negli ultimi anni, dopo che alcune ricerche sui tyrannosaurus erano state pubblicate, siamo stati in grado di confrontare i frammenti ritrovati nel 2006 con quelli di altri esemplari e realizzare dal bulbo dell’occhio che eravamo davanti a qualcosa di differente, ad un’altra specie”.