Renzi: “Giuliano Delnevo non è eroe. Nessuno gli dedicherà un giardinetto” VIDEO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Gennaio 2015 - 14:37 OLTRE 6 MESI FA
Renzi: "Giuliano Delnevo non è eroe. Nessuno gli dedicherà un giardinetto" VIDEO

Giuliano Delnevo

ROMA – Matteo Renzi replica a Carlo Delnevo, padre di Giuliano, giovane genovese morto in Siria mentre combatteva con i ribelli islamisti contro Bashar al Assad. “Giuliano Delnevo non è un eroe. Nessuno gli dedicherà un giardinetto”, ha detto il presidente del Consiglio intervistato da Daria Bignardi alle Invasioni Barbariche.

“Non è un eroe chi uccide in nome di Dio: è blasfemia, una bestemmia uccidere in nome di Dio. Su questo non ci può essere nessuna indulgenza. Con il massimo rispetto dico che lui non era un eroe”,

ha detto Renzi in risposta ad un’intervista in cui Carlo Delnevo diceva: “Mio figlio è un eroe”.

“Con il massimo rispetto da padre a padre, con il rispetto che si deve a un uomo che ha perso il figlio – commenta Renzi – dico che Giuliano Delnevo non era un eroe, non diamo messaggi che sono profondamente sbagliati. I tre che hanno ucciso a Parigi non sono eroi o disgraziati. Un messaggio del genere è devastante, folle, allucinante. Rispetto il dolore di un padre ma nessuno dedicherà un giardinetto a Giuliano”.

Poco dopo Delnevo padre è nuovamente intervenuto:

“Mio figlio è un eroe non perché gli voglio bene ma perché la sua vita non ha nulla a che vedere con azioni di stampo terroristico nel senso più bieco e becero del termine e seguendo i suoi ideali si è messo in una guerra nata non nel nome di Dio ma per combattere un tiranno. Mio figlio seguendo i suoi ideali è andato a morire eroicamente nel tentativo di salvare un compagno. Vorrei che tanti giovani italiani avessero la sua stessa idealità, il suo stesso coraggio. Purtroppo l’intervista così come è stata presentata non evidenziava questo”.

E ancora:

“La rivoluzione siriana non nasce nel nome di Dio. Che poi a combattere alla fine siano rimaste sole certe frange islamiste è un altro paio di maniche. Ma vanno fatte distinzioni altrimenti tutte le vacche sono grigie e non è così. Che poi Giuliano fosse musulmano arciconvinto, che il suo sogno fosse un mondo con la legge della sharia non lo nego. Ma mio figlio è morto quando l’Isis stava muovendo i primi passi. Voglio difendere la figura di mio figlio perché lo merita: se lo avessero preso con tre chili di eroina mi si sarebbe spezzato il cuore, ma concretamente non mi metterei a dire che questo ragazzo ha fatto una buona azione. Invece, di questo ragazzo sono infinitamente orgoglioso e vorrei lo sentisse anche il premier visto che ha tante certezze in testa”.